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Morra commosso dopo il «no»: «Ci sono situazioni in cui bisogna rimanere soli»

Il senatore a rischio espulsione dopo che con 14 colleghi hanno votato in dissenso alla line del M5s: «Dormirò? Cercherò di leggere un libro»

«Penso di aver fatto qualcosa che certamente non mi mette a mio agio, però ci sono situazioni in cui bisogna anche rimanere soli. Se sono pronto all’espulsione? Adesso vedremo. Non ci sono problemi, bisogna andare avanti e avere il massimo rispetto delle posizioni di tutti». Così Nicola Morra (M5s) ha spiegato le ragioni del suo «no» alla fiducia. «Oggi il Presidente del Consiglio non ha mai fatto riferimento alla lotta alla mafia. Ha parlato di legalità al Sud ma non credo che la mafia sia solo al Sud», ha aggiunto per spiegare uno dei motivi del suo «no». E poi quasi con le lacrime agli occhi ha concluso: «Se dormirò sereno e con la coscienza apposto? Cercherò di accompagnare l’addormentarmi con qualche pagina di libro».
Alla fine i cosiddetti «dissidenti» pentastellati, in totale 15 e quindi più della decina prevista nei giorni scorsi, hanno votato no al governo Draghi. Si tratta di Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese, Nicola Morra, Fabrizio Ortis, Rosa Abate, Laura Angrisani, Mattia Crucioli, Silvana Giannuzzi, Fabio Di Micco, Margherita Corrado. In sostanza, a parte 2 assenti giustificati (Orietta Vanin in congedo e Francesco Castiello in missione) e altri 6 che non hanno partecipato al voto (Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Simona Nocerino), i favorevoli del M5s sono stati 69 sui 92 complessivi. Anche se resta il gruppo più consistente al Senato con 92 parlamentari, segna un netto calo numerico rispetto ai due governi precedenti. Dal 2018 a oggi tra espulsioni e addii il Movimento ha `perso´ 15 senatori, più due deceduti (Franco Ortolani nel 2019 e Vittoria Bogo Deledda nel 2020). In particolare, nel primo esecutivo di Giuseppe Conte, il 5 giugno 2018 votarono sì tutti i 109 senatori (tanti formavano allora il gruppo M5s a Palazzo Madama). Per il Conte bis, votato in Aula il 10 settembre 2019, si schierarono 106 pentastellati, mentre Gianluigi Paragone si astenne (all’epoca nei 5S, è stato espulso a inizio 2020) e altri due erano assenti. Uno di loro era Lello Ciampolillo, protagonista a gennaio del voto in extremis a Conte (oggi ha votato no). ( di Nino Luca / Corriere TV ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/politica/morra-commosso-il-no-ci-sono-situazioni-cui-bisogna-rimanere-soli/36340166-717f-11eb-b26f-1b97a5632ac6

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