Roma, 12 mar. (askanews) – E’ una commedia sentimentale che tocca il tema della disabilità "Corro da te", diretta da Riccardo Milani, con Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, nei cinema dal 17 marzo. Lui interpreta un single di successo, sportivo, guascone, seduttore seriale che per conquistare lei, su una sedia a rotelle dopo un incidente, si finge disabile.
Il regista racconta: "L’idea di far ridere le persone sul tema della disabilità, perché poi in fondo era questo all’inizio il progetto, mi ha incuriosito molto. Ho conosciuto Picchio, ho conosciuto Miriam, l’ho messi insieme: molto distanti, anche come formazione professionale, come percorso professionale, quindi erano due attori molto distanti, due persone molto distanti, per interpretare due personaggi agli opposti. Dico: ma saremo sicuri di? Poi invece qualcosa è successo e qualcosa è nato".
La coppia Favino-Leone funziona molto bene nel film, che mostra le difficoltà ma anche l’energia e lo spirito con cui molti disabili affrontano la vita. Leone, che ora sta girando il sequel di "Diabolik", nel suo ultimo film "Marilyn ha gli occhi neri" interpretava una ragazza con disturbi di personalità, mentre in questa nuova commedia si è confrontata con un handicap fisico.
"In quel caso mi ero infiltrata nei centri diurni, dove avevo chiesto a chi gestiva, ai medici, di non presentarmi come un’attrice che stava preparando un film, ma come una ragazza con problemi e c’hanno creduto tutti. In un momento in cui non c’è niente da ridere.. nessuno ha creduto che io stessi preparando un film, chissà perché. In questo caso devo dire che Riccardo mi è stato a fianco e addosso nel preparare il personaggio, non mi ha mai lasciata sola. Ecco, la commedia va preparata con grande serietà".
Alla domanda quanto sia difficile, secondo lei, sorridere in questi giorni terribili di guerra, l’attrice risponde. "Non è un pensiero questa guerra, è un sentimento, è una cosa che fa male. Io mi sono sentita in colpa a parlare del film in questi giorni. Poi ad un certo punto ho detto: ma questi ci stanno togliendo il sorriso, la pace interiore, il dovere di onorare il nostro lavoro, perché non è che il film lo facciamo solo io, Milani e Favino. C’è un cast, c’è una troupe, c’è un impegno, c’è un lavoro, e questo lavoro è donare emozione agli altri. Per cui se può essere utile a qualcuno, di non sentirci in colpa per un’ora e mezza di risate o riflessioni, perché magari ci fa fare un po’ pace con noi stessi un bel film".
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