"Mio figlio deve avere giustizia, perché è stato giustiziato a sangue freddo". Al centro di piazzetta Sedia Capuano la scena sembra sempre la stessa. A pochi metri dall’altarino voluto per ricordare Arcangelo Correra, c’è uno striscione che ricorda un altro ragazzo morto prematuramente: Emanuele Durante. Accanto alla sua foto c’è c’è sua madre, Valeria Brancaccio, seduta su una sedia. L’accostamento non è casuale, spiega poi la donna: i due ragazzi si conoscevano. Molto bene. Se il destino è stato lo stesso diversa però è la dinamica della morte. Per Emanuele Durante i dettagli in possesso degli investigatori sono ancora pochi. Era con la fidanzata, un sabato sera qualunque, quando gli hanno sparato. Il ragazzo è morto poi all’ospedale Pellegrini, accompagnato probabilmente dalla stessa giovane che era con lui. Dettagli, movente e dinamica sono ancora al centro delle indagini. Ma la madre vuole che suo figlio sia ricordato per il ragazzo che era.
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