Roma, 9 mar. (askanews) – Una lunga fila ordinata, tutti con la mascherina, pazienti e in silenzio, in attesa del loro turno davanti all’associazione "Pane Quotidiano" di Milano dove si distribuisce cibo.
Da quando il Covid-19 è arrivato in Italia, ormai oltre un anno fa, la gente che si mette in coda per un pasto è sempre di più. Aumenta ogni giorno. Sono circa 3.500 le persone che si presentano quotidianamente ai due punti di distribuzione gestiti a Milano dall’onlus. Si regala il cibo in eccesso che arriva da associazioni o da donazioni individuali.
Luigi Rossi, vicepresidente di Pane Quotidiano: "In queste persone si vede rassegnazione, quella di chi è entrato in un tunnel da cui non uscirà e questo è grave perché incide anche sulla mente delle persone".
Giovanni Altieri, 60anni, si occupava della sicurezza in un locale milanese. "Non è vita, per me non lo è. Io non sono abituato a venire qui a chiedere l’elemosina, ho la mia dignità di persona, vorrei lavorare. Un giorno andrò in pensione ma fino ad allora vorrei lavorare e alzarmi la mattina a testa alta".
Aldo Ferrara, 57 anni, lavorava nel catering: "Quelli che avevo li ho finiti, andare avanti da oltre un anno senza lavorare… il poco che avevo messo da parte se ne è andato".
Claudio Falavigna, volontario dell’associazione: "Sono aumentate tutte le fasce di età, più giovani, si sono inserite in coda le persone che magari facevano un lavoro in nero e non hanno ammortizzatori sociali e sono in difficoltà, le colf e le badanti che hanno sofferto anche loro professionalmente".
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