La visita al Memoriale con la robusta pattuglia del Corriere, guidata dalla vicedirettrice-vicaria Barbara Stefanelli. Il docufilm "Salvi per caso", voluto dal web del nostro giornale, e le incredibili esperienze dei sopravvissuti
(Antonio Ferrari) Studio da una vita, con incontenibile curiosità e la passione del giornalista, le atroci esperienze di chi è sopravvissuto allo spaventoso sterminio della Shoah. Credo di aver visitato, più di una volta, tutti i campi della morte. E la settimana scorsa sono stato fiero di accompagnare la robusta pattuglia del Corriere della sera, guidata dalla vicedirettrice -vicaria Barbara Stefanelli, al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, cioè nel cuore del capoluogo lombardo. Da qui, nei bui sotterranei, partivano i treni merci ultrasigillati con dentro gli ebrei destinati alle camere a gas. Sopra, la Stazione della vita, con i treni che, come allora, sono sempre in rumoroso movimento. Sotto, il carico umano destinato allo sterminio. Ogni volta l’impatto della vergognosa contraddizione e’ terribile. Sono tornato a casa, come i colleghi, con le lacrime agli occhi. Con il mio Corriere, e grazie all’intuizione del responsabile del web Iacopo Gori (che era con noi al Binario 21) abbiamo realizzato pochi anni fa il film-documentario "Salvi per caso". Assieme alla giovane e bravissima collega Alessia Rastelli abbiamo incontrato tutti i sopravvissuti italiani, e anche gli stranieri che siamo riusciti a rintracciare. Storie da brividi. A parte la mitica senatrice Liliana Segre, nostra amica da decenni, con la sua preziosa e grintosa testimonianza, ci sono incontri ed episodi che dimostrano quanto la realtà non sia mai univoca e prevedibile, come sostiene uno dei miei grandi maestri, l’ex Direttore del Corriere Paolo Mieli. Il sopravvissuto Nedo Fiano, scomparso nel 2020, aveva raccontato ad Alessia e a me, una storia pazzesca. Suo padre, saggiamente, lo aveva convinto a studiare il tedesco ("Non si sa mai"). Nedo aveva ubbidito. Davanti all’ufficiale nazista di Auschwitz, che chiedeva agli ebrei internati chi conoscesse la sua lingua, si fece avanti. Domanda gelida :"Da dove vieni?" Risposta secca: "Da Firenze". L’ufficiale si sciolse, emozionantissimo: "La mia Firenze! La’ ho vissuto i più bei momenti di amore con la mia fidanzata. Quanto amo Firenze e l’Italia". Nedo era felice. E quando l’ufficiale gli chiese: "Sai anche cantare?", si esibì in una celebre canzone dell’epoca. E l’ufficiale: "Da stasera vieni a cantare da noi. Ci farai un regalo". Le virtù canore di Nedo lo salvarono. Ancor più folle quanto ci racconto’ a Roma Sami Modiano. Con Alessia ci guardammo quasi increduli. Ahimè, era tutto vero. Sami, alto, forte e robusto, era già nel vestibolo, anticamera della camera a gas. Mancava poco alla morte. Le porte si aprirono ed entrò un ufficiale nazista. Osservò tutti, ma si… ( Antonio Ferrari / LaPresse/AP – CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/milano-fitta-cuore-binario-21-stazione/1ff572b6-a59b-11ed-80b7-8ecdec86f310