Bihac, in Bosnia-Erzegovina, resta una città trafficatissima. La rotta balcanica passa quasi inevitabilmente da lì: per arrivare in Croazia, poi in Slovenia e in Italia non c’è luogo più adatto della cittadina diventata anche il centro operativo di moltissime associazioni non governative che aiutano i migranti durante il loro percorso verso l’Europa.
Accanto a un cimitero, in uno scheletro di cemento armato, vivono un gruppo di giovani uomini che, proprio quando li incontriamo, stanno per partire per il Game della vita. Tra loro c’è anche S., 22 anni, ex poliziotto in Afghanistan fuggito tre mesi fa dai talebani.
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