Gli attivisti di Mediterranea Saving Humans hanno occupato la sede dell’USMAF nel porto di Napoli, l’unità sanitaria delle frontiere di terra e di mare. I medici dell’USMAF sono stati quelli che hanno operato nei giorni scorsi la "selezione" dei migranti salvati dal naufragio a boro delle navi delle Ong nel porto di Catania, decidendo chi poteva sbarcare e chi no. "Hanno risposto non alla loro professione, non al giuramento d’Ippocrate, ma agli ordini del governo e quell’ordine era di non farli sbarcare – ha spiegato Laura Marmorale di Mediterranea Saving Humans durante il blitz – come si fa a non considerare i segni delle torture che i migranti hanno subito in Libia e decidere della sorte delle persone in 20 minuti? Il comportamento dell’USMAF è stato indegno, sappiamo che saranno nuovamente chiamati a fare "le selezioni" e non consentiremo che si comportino nuovamente in questo modo". Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo le ispezioni dell’USMAF aveva definito i migranti rimasti a bordo "un carico residuale". Solo dopo 3 giorni tutti i migranti sono potuti sbarcare dalle navi Humanity 1, Geo Barents e Rise Above nei porti italiani. "Meloni li considera migranti e non naufraghi – dice Lassad Azzabi, operatore sociale anche lui presente alla manifestazione – ma se stai in mezzo al mare, sei scampato alla morte e cerchi un porto sicuro, sei un naufrago, non è che devi nuotare in mare aperto per esserlo".
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