Da settembre migliaia di insegnanti con alle spalle anni di esperienza nella scuola pubblica resteranno a casa. Al loro posto ci saranno i colleghi che hanno comprato un corso abilitante online di due mesi, al costo di 2000 euro, che ha dato la possibilità a chi è già di ruolo, a chi ha la specializzazione nel sostegno o a chi è già abilitato su una materia differente (fuori i triennalisti senza tali requisiti), di passare dalla seconda alla prima fascia e di caricare ben 36 punti in materia di sostegno nella graduatoria: "Un dottorato di ricerca vale 12 punti – spiega Nicoletta Tagliaferri, insegnante di sostegno – una laurea magistrale di 3 anni vale 2 punti, vi sembra giusto che un corso completamente online di due mesi, per giunta a pagamento, valga come tre anni di lavoro? Il risultato è che chi non ha comprato il corso, sebbene abbia anni di esperienza nella scuola pubblica, rimarrà a casa, mentre a scuola ci saranno insegnanti che magari non hanno mai fatto un giorno di servizio in vita loro, ma che hanno comprato il titolo". Per i triennalisti esclusi, che annunciano ricorso, oltre al danno c’è la beffa: "Quando partiranno i corsi abilitanti per noi triennalisti – sottolinea Marianna Canciani, insegnante di italiano con quasi 10 anni di esperienza e mamma di due bimbe piccole – saremo costretti a frequentarli in presenza per almeno il 50% e saranno inoltre a numero chiuso. Non abbiamo nulla contro i colleghi che hanno potuto accedere al percorso abilitante e che di certo non ci hanno scavalcato di proposito, semplicemente chiediamo il riconoscimento del diritto di poter accedere in contemporanea allo stesso percorso, per poter far valere il nostro servizio, altrimenti si tratta di una disparità senza alcuna motivazione".
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