Milano, 17 set. (askanews) – E’ stato un percorso complesso, ma alla fine i padiglioni di Fiera Milano si sono riaperti per ospitare in presenza la 25esima edizione di miart, l’evento internazionale di arte moderna e contemporanea intorno a cui ruota anche la Art Week meneghina. Un appuntamento slittato a settembre rispetto alla tradizionale cadenza primaverile, ma che, anticipando di qualche giorno Art Basel, segna un momento di ripresa complessiva anche del comparto dell’arte. A dirigere la fiera, per il primo anno, c’è Nicola Ricciardi.
"La vera grande novità – ha detto ad askanews – è che siamo ancora qua. Può sembrare paradossale, ma la sfida era veramente riuscire a ricostruire una fiera fisica dopo l’anno e mezzo di silenzio e immobilismo che abbiamo tutti vissuto".
Un tema, quello del ritorno alla struttura tradizionale dell’evento, particolarmente importante anche per il Gruppo Fiera Milano, rappresentato dall’amministratore delegato Luca Palermo. "E’ l’emozione della ripartenza – ci ha detto – vedere venti Paesi con oltre 142 gallerie per questa 25esima edizione di miart, è una soddisfazione unica. Perché quando si parla di Italia e della nostra economia si parla di bellezza e di arte, e qui facciamo proprio questo: attraverso l’arte e la bellezza contribuiamo a rimettere in moto l’economia del Paese, a rimettere in moto la città e anche la Fiera".
La firma di Ricciardi si vede nel tema scelto, che è ispirato alla parola poetica e alla capacità, citando il poeta americano Charles Simic, di "scardinare il silenzio", quel silenzio che ha riempito la vita di tutti noi in molti periodi dallo scoppio della pandemia globale, e che si era anche diffuso tra i padiglioni della fiera, che ora tornano invece alla conosciuta animazione e, per l’appunto, a risuonare delle parole di visitatori, galleristi, collezionisti e curatori.
"E’ stato un percorso – ha aggiunto un Nicola Ricciardi piuttosto emozionato – che abbiamo fatto insieme ai galleristi per ricostruire una fiducia che si era andata un po’ a perdere, ma è stata ripagata, perché non solo le gallerie hanno deciso di aderire, ma hanno anche portato degli stand che sono andati oltre le mie aspettative in termini di qualità".
Molti partecipanti hanno scelto di portare in fiera delle vere e proprie "micromostre", investendo nella ricerca e nella qualità di opere e artisti, sempre in dialogo, trattandosi di una fiera, con la dimensione commerciale, altrettanto cruciale, a maggior ragione in questo periodo. Accanto a tutti i progetti in presenza, poi, resta la componente online: con la piattaforma miart digital gli organizzatori vogliono offrire un’esperienza più ricca ai visitatori e una finestra sulla fiera a chi non può partecipare. Così come permettere di seguire la Investec Cape Town Art Fair, il progetto sudafricano di Fiera Milano che si svolge in contemporanea, solo via Web.