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Maxi processo ‘ndrangheta, Gratteri: è la più pericolosa d’Europa

Roma, 11 gen. (askanews) – Il 13 gennaio si apre davanti al tribunale di Vibo Valentia, in una nuova aula bunker allestita a Lamezia Terme, il maxi processo alla ‘ndrangheta denominato Rinascita-Scott, con 355 imputati mandati alla sbarra dopo le udienze preliminari che si sono tenute a Roma: il più grande processo alla mafia dopo il maxi-processo di Palermo.
Nel dicembre 2019 nella maxi-operazione contro la ‘ndrangheta attiva nel vibonese e legata alla cosca Mancuso furono oltre 330 le persone arrestate, 416 quelle indagate, tra cui imprenditori e politici, in diverse regioni italiane, in Germania, Svizzera e Bulgaria.
A due giorni dall’inizio del processo, il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha incontrato i giornalisti per un punto stampa a Roma. Ai microfoni di France Presse, Gratteri, che vive sotto scorta da 30 anni, ha spiegato: "Conosco bene la ‘ndrangheta, posso dire dal di dentro, quando ero bambino andavo a scuola con i figli dei capi-mafia, i miei compagni di gioco erano quelli che poi sono diventati ‘ndranghetisti e poi sono diventati narcotrafficanti, quindi conosco bene la filosofia criminale, il modo di ragionare degli ‘ndranghetisti".
"Ho conosciuto la n’drangheta sin da bambino, perché andavo a scuola in autostop e durante il viaggio, ho visto più volte dei morti a terra e ho pensato ‘da grande devo fare qualcosa perché questo non si ripeta", ha aggiunto.
La mafia calabrese fa ogni anno affari per 50 miliardi di euro, secondo il procuratore capo: "In questo momento, riconosciuto dagli esperti, la ‘ndrangheta è la mafia più pericolosa e presente in tutti i continenti e la più ricca perché è quella che ha quasi il monopolio dell’importazione di cocaina in Europa".
La ‘ndrangheta ha esteso da tempo le sue ramificazioni in Europa, in particolare in Germania. Tutti ricordano la strage di Duisburg, il 15 agosto 2007, quando i corpi crivellati di colpi di 6 affiliati di San Luca furono scoperti dentro due auto davanti al ristorante italiano "Da Bruno". Una vendetta, secondo gli inquirenti, dopo l’assassinio a fine 2006 di Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta, capo del clan rivale. "Perché in Germania ci sono diversi locali di ‘ndrangheta, la ‘ndrangheta è molto presente in Germania soprattutto nel mondo della ristorazione, nel mondo del terziario, la n’drangheta è molto presente in Europa", ha ricordato Gratteri.
"Ci vorrebbero norme più forti nel Centro e Nordeuropa, come ci sono qui in Italia. Cioè se in Europa, in Germania ad esempio, non c’è il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, sarà difficile per quella polizia, il Bka (Bundeskriminalamt, Ufficio della polizia criminale) per esempio, contrastare quelle mafie", ha concluso.

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