I pazienti oncologici dell’isola d’Ischia sono costretti a mettersi su un traghetto e a venire a Napoli per curarsi e fare esami. Sull’isola mancano i macchinari, una situazione gravissima raccontata a Fanpage.it da Silvio Carcaterra, malato di cancro al colono da 3 anni e mezzo, che periodicamente deve mettersi sul traghetto, fare il viaggio, sottoporsi alla chemio terapia, riprendere il traghetto per tornare a casa. Un viaggio da incubo per chi è sottoposto alla fatica della terapia, a cui si aggiunge anche la circostanza, diffusa in tutta la Campania dell ‘ esaurimento puntuale, ogni mese, del fondo per gli esami in convenzione che costringe i pazienti oncologici a rivolgersi ai privati.
"Sull’isola non ci sono i macchinari tomografici e quindi anche per le P.e.t tac, le scintigrafie, le tac normali, esami importantissimi per noi malati oncologici, dobbiamo venire a Napoli" ci spiega Silvio. Anche la chemioterapia e la radioterapia vengono fatte sulla terraferma, con tutto l’incredibile viaggio annesso. " Ora faccio la chemioterapia ogni 14 giorni, prima l’ho fatta ogni settimana – sottolinea – prima ancora per un anno e mezzo ho fatto la radioterapia e dovevo farla tutti i giorni". A peggiorare la situazione l’esaurimento, ogni mese, del fondo per gli esami in convenzione che costringe i pazienti a pagare di tasca propria gli esami.
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