Giovedì, è stato presentato a Trigoria Maitland-Niles, terzo calciatore inglese a vestire la maglia della Roma in questa stagione.
Il calciatore è stato introdotto dal general manager dell’area sportiva, Tiago Pinto: “Oggi non risponderò alle vostre domande, perché come è abitudine, alla fine del mercato avremo l’opportunità di chiarire tutte le situazioni. Oggi siamo qua per presentare Maitland-Niles.
E mi farebbe piacere dire due o tre cose che mi sembrano importanti. Una è che Maitland-Niles è un calciatore pronto per aiutare la squadra subito, perché – come sapete – il mercato di gennaio deve essere anche così, deve poter dare immediatamente una mano alla squadra, e lui lo ha fatto domenica scorsa.
È un calciatore giovane che può giocare anche in più ruoli e viene da un campionato impegnativo come la Premier. La seconda cosa che mi fa piacere dire è che Maitland-Niles ha fatto tanto per rendere possibile questa trattativa, perché la sua volontà di venire alla Roma era così grande che ci ha aiutato molto. Lo ringrazio ancora per essere venuto”.
Maitland-Nlies, ti senti di passaggio alla Roma o pensi che potresti rimanere per qualche anno?
“In questo momento preferisco concentrarmi sul presente, piuttosto che sul mio contratto. Sono concentrato su me stesso, sul Club, e soprattutto sul raggiungere gli obiettivi che la Roma persegue in questo momento, che è un piazzamento tra le prime quattro”.
Hai subito conosciuto le due facce della Roma: eccellente per 70 minuti e largamente insufficiente per altri 20: che idea di sei fatto di queste contraddizioni?
“Gli alti e bassi fanno parte del calcio. È vero, quei sette minuti ci sono costati cari. C’è stato un calo di concentrazione, ci è costata la vittoria. In questo senso, dobbiamo lavorare per cambiare la nostra mentalità e avere regolarità e concentrazione per 90 minuti più l’eventuale recupero. Questo obiettivo si raggiunge soltanto lavorando tutti insieme”.
Qual è il tuo giudizio sulla Serie A?
“La Serie A è senz’altro un campionato molto importante, molto diverso dalla Premier League: più tattico, e mi è sembrato anche molto tecnico. E come anche la prima partita ha dimostrato, è un campionato dove bisogna mantenere la concentrazione altissima dal primo all’ultimo minuto”.
Ha ravvisato che manca una mentalità vincente alla squadra. Voi nuovi acquisti potete contribuire a farla crescere?
“Sì, certamente. Sono convinto che sia io che Sergio abbiamo la capacità e la volontà di trasmettere questa mentalità e di aiutare la squadra per poter vincere le partite, tutti insieme. Il calcio consiste in questo: vincere le partite. È quello che ci chiede il Club ed è quello che ci chiede il mister. Se non vinciamo, non siamo contenti. Motivo per il quale dobbiamo tornare a vincere il prima possibile, per tornare a sorridere ed essere felici”.
Sei il terzo giocatore inglese: questo ha influito nella tua scelta? Conoscevi Abraham e Smalling? Poi una curiosità: in campo e in allenamento, la Roma parla inglese o gli allenamenti si fanno in italiano?
“Conoscevo Tammy (Abraham, ndr) prima di arrivare qui a Roma. Chris non lo conoscevo bene, ho avuto il piacere di conoscerlo qui. Quanto agli allenamenti, io capisco la lingua del calcio e quindi, anche se il mister parla in italiano, riesco comunque a seguire le sue istruzioni, perché riesco a contestualizzarle. Invece, per le sfumature o qualche parola qua e là, mi dà una mano Claudio (Bisceglia, il traduttore, ndr)”.
Qual è la tua più grande caratteristica e in cosa senti di dover crescere?
“Per quanto riguarda i miei punti di forza, ritengo di essere un calciatore polivalente, un giocatore di buona corsa, con un buon motore, con molta energia in campo, rapido, forte, abile tecnicamente e con una buona lettura del gioco.
Adesso si tratta di mettere in pratica tutte queste qualità, affinché le mie prestazioni siano sempre di un livello elevato. A proposito di quello in cui posso migliorare, appunto è proprio questa regolarità di rendimento, che mi permetta di avere sempre ottime prestazioni e di non accontentarmi di prestazioni normali, sufficienti e che ogni azione possa essere incisiva”.
Come sono stati i rapporti con i compagni in questi primi giorni e come lavora Mourinho?
“Il primo giorno in particolare è stato abbastanza frenetico, c’erano tante cose da fare, da sistemare. Ho avuto un solo primo allenamento prima di giocare la prima partita. Una prima partita che volevo giocare, perché sono venuto qui per questo. Il rapporto con il mister e con compagni si è rafforzato, ci conosciamo sempre di più, sempre meglio e anche il mister mi ha potuto vedere all’opera e ha potuto vedere le mie qualità sia in fase difensiva, sia propositiva”.
(Foto asroma.com)