L’episodio paradossale è accaduto in un importante ristorante di Posillipo, quartiere ‘bene’ di Napoli, dove Luigi Imperatore era stato assunto per accogliere i clienti e gestire le prenotazioni.
A causa delle carenze di organico del locale, il direttore di sala gli impone di servire ai tavoli e di lavare i piatti. Una sera accade l’impensabile: i titolari del locale si presentano a cena e notano che il maître è in cucina a lavare i piatti: lo rimproverano e addirittura lo licenziano il giorno dopo con una telefonata, nonostante stesse svolgendo compiti non di sua competenza per esplicita indicazione del direttore.
Luigi è un ragazzo laureato in Scienze della Comunicazione che, come tantissimi giovani napoletani, sono costretti ad arrangiarsi a fare un po’ di tutto, spesso sottostando a soprusi e violazione dei diritti di ogni genere.
«Non vorrei andare via da Napoli, è la mia città, ma viviamo in uno stato di perenne ansia, mandiamo curriculum a chiunque per qualsiasi cosa, ma quando non arrivano le risposte o si subiscono ingiustizie come la mia, si cade nello sconforto».
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