Jj4 e Mj5 sono salvi. Per ora. Il Tar di Trento lo ha annunciato oggi: lo stop all’abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno: fino a questo giorno le parti coinvolte potranno mettere sul tavolo motivi in più a favore o meno dell’abbattimento degli orsi.
La Lega AntiVivisezione, intervistata dalla nostra Ida Artiaco, ha dichiarato che l’associazione porterà al tar “un progetto per il concreto trasferimento di Jj4 in Romania”, in un rifugio di “69 ettari di superficie”. Mentre per quanto riguarda Mj5 si sta lavorando perché il trasferimento “al momento è ipotetico”.
L’udienza in merito è stata fissata per il 14 dicembre.
La sentenza del Tar arriva dopo una lunga battaglia tra il governatore del trentino Fugatti, che ne ha sempre sostenuto l’abbattimento, e le associazioni animaliste, che attraverso i loro ricorsi hanno spinto il Tar a sospendere i decreti.
Ma dove sono Jj4 e Mj5 ora?
Jj4, la responsabile della morte del runner Andrea Papi, è rinchiusa nel centro di Casteller. Mj5, che aveva ferito un escursionista a marzo, è tuttora in libertà.
Secondo un’indagine condotta da Doxa, e presentata dalla Lega Anti Vivisezione, le associazioni animaliste non erano da sole nella loro battaglia. Risulta infatti che erano contrari all’abbattimento degli orsi il 57% degli abitanti di Trento (di un 22% della popolazione intervistato) e il 47% che vivono nelle vallate (di un 78% della popolazione interpellata).
In più, il 53% dei trentini sostiene che dopo Life Ursus, il progetto che a fine anni ’90 ha ripopolato di orsi bruni quelle zone, la Provincia si è impegnata “poco o per nulla” per sensibilizzare i cittadini su come comportarsi in un incontro ravvicinato.
Sì, qualcosa si è fatto: ad esempio una piccola guida che descrive cosa fare e cosa no quando si incontra un orso. Si fa anche riferimento a uno spray a base di peperoncino, a quanto pare molto efficace per difendersi e allontanare l’orso.
C’è solo un piccolo problema: questo bear spray attualmente in Italia è vietato.
Per sapere che fine faranno Jj4 e Mj5 dobbiamo ancora aspettare – ma non possiamo più permetterci di aspettare la prossima tragedia per muoverci seriamente verso una corretta e sana convivenza con questi animali selvatici.
