È cresciuto con un solo pensiero nella testa: giocare nel tempio di Diego indossando la maglia della sua città. A 18 anni quando esordì con Mazzarri nel Napoli di Lavezzi e Hamsik Insigne ha incarnato i sogni di tutti gli “scugnizzi” che lottano aspettando solo una possibilità portandosi addosso per tutto il suo cammino il fardello di una grande responsabilità:dimostrare ai suoi tifosi in ogni partita di aver meritato questa opportunità. In 10 anni con il Napoli Lorenzo ha portato in campo il cuore della sua gente, ma quel legame così viscerale è stato l’alleato più forte nei momenti belli e il nemico peggiore in quelli brutti. Il calcio è cambiato tanto da quando Insigne giocava al Pescara e vedeva il Napoli come il suo punto d’arrivo, sognando una carriera alla Totti con una sola maglia scolpita come seconda pelle. Nell’era di una pandemia che ha svuotato questo sport del valore delle bandiere, la scelta di dividersi tra Lorenzo e il Napoli può essere non condivisa ma accettata con la consapevolezza che il filo di certi legami non si spezzerà mai.
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