Tiro (Libano), 10 mag. (askanews) – L’inno libanese e poi quello italiano, il taglio del nastro e la scoperta della targa: cerimonia di inaugurazione di un impianto fotovoltaico nella municipalità di Tiro, nel sud del Libano, realizzato dai caschi blu italiani di Unifil, nell’ambito dei progetti della cooperazione civile e militare (Cimic), terzo pilastro del mandato della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in Libano.
Dal 2016 sono stati realizzati numerosi progetti per la popolazione civile in Libano con fondi italiani. L’impianto fotovoltaico rientra tra i progetti attenti all’ambiente e al rispetto sanitario ma è considerato di importanza preziosa per il funzionamento della municipalità, in un momento in cui il default economico ha provocato una impennata del costo dell’energia.
"Fin dal 2016 – spiega il ten. col. Andrea Sensidoni, capo cellula G9 (CIMIC) del comando sector west di Unifil – l’Italia si è sempre occupata in attività di cooperazione civile e militare e quindi a stare più vicino possibile alle istituzioni e a tutto il personale civile presente nel sud del Libano. Noi diamo massima importanza alle richieste che ci vengono fatte dalle autorità locali, come sindaci, presidenti, municipalità e anche rappresentanti del governo nel sud del Libano. L’Italia è schierata fin dall’inizio a supportare queste istituzioni. E questo con attività giornaliera di liason, di meeting e di incontri con autorità e con fondi stanziati dal ministero della Difesa chiamati quick impact project (QIP), progetti di impatto immediato a supportare le carenze di questa zona del Libano a sud, vicino alla blue line con Israele".
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