Parte la campagna del palloncino blu “Con il Diabete di tipo 1, la partita non finisce al 90°”
Lega Serie A e Associazioni di pazienti insieme per la lotta al diabete di tipo 1, con il palloncino blu. Un’iniziativa dedicata alla sensibilizzazione di questa patologia che in Italia colpisce oltre 300mila persone, dal titolo “Con il diabete di tipo 1 la sfida non finisce al 90°”, e che vedrà, in occasione della 27ª Giornata di Campionato, 5 tra le principali associazioni di pazienti diabetici – FAND (Federazione delle Associazioni Nazionali Diabete), AGD ITALIA (Associazioni Giovani e Diabete), A.N.I.A.D. onlus (Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici), Diabete Forum e FDG (Federazione Nazionale Diabete Giovanile) – e la Lega Serie A scendere in campo per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Il progetto, promosso dalle associazioni di pazienti, con l’invito “Parliamone, insieme possiamo fare la differenza”, vuole far luce sulle sfide che ogni giorno affrontano le persone con diabete di tipo 1 e abbattere i pregiudizi su questa condizione, interpretata metaforicamente da un palloncino blu nello spot che verrà proiettato sugli schermi degli stadi.
Da venerdì 25 a lunedì 28 febbraio i giocatori delle squadre di Serie A scenderanno in campo accompagnati dai bambini che porteranno uno striscione lungo 10 metri con il messaggio della campagna “Con il diabete di tipo 1 la sfida non finisce al 90°”. Seguirà la proiezione di uno spot sociale, sui maxischermi dei 10 stadi che ospiteranno le partite di Serie A TIM.
Protagonista della campagna sarà il palloncino blu che rappresenta simbolicamente il diabete di tipo 1. Lo spot, infatti, usa la metafora del tenere in aria un palloncino blu per spiegare cosa significhi davvero vivere con il diabete di tipo 1, cercando di fare tutto ciò che si fa normalmente nella vita, tenendo in aria un palloncino blu. L’obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico presente e i telespettatori, aiutando a combattere pregiudizi e stereotipi che influenzano negativamente la vita di chi ha il diabete di tipo 1. Richiede attenzione costante, sforzo e impegno, perché le condizioni possono cambiare da un momento all’altro e le persone attorno, a volte, non lo capiscono.
“Con il diabete tipo 1, una parte di te ‘funziona’ per tenere il più possibile sotto controllo la malattia e questo avviene dal momento della diagnosi, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, per sempre – sottolinea Stefano Nervo di Diabete Forum – Questo accade mentre si studia, si lavora, ci si diverte e anche mentre si dorme. Non importa quanti anni hai, bisogna imparare presto a capire e contare cosa e quanto si mangia, come si sta e a dosare l’insulina in base ai valori glicemici. Tutto ciò non ci impedisce però di vivere una vita piena, realizzando i nostri sogni e le nostre aspettative ma questo è vero solo se chi è intorno a noi è correttamente informato e sensibilizzato per non rischiare di creare discriminazioni ingiustificate sui luoghi di lavoro, a scuola o nelle società sportive”.
“L’occasione è d’oro per poter dire non solo che la partita non finisce al 90° ma di fatto, non finisce mai – ricorda il Presidente della FAND Associazione Italiana Diabetici Emilio Augusto Benini – Siamo grati a iniziative di questo tipo che ci consentono di mantenere viva l’attenzione verso questa patologia che, come diciamo spesso noi di FAND, purtroppo colpisce sempre più i giovani e gli anziani, da 0 a 99 anni”.
Il diabete di tipo 1 è una malattia cronica del metabolismo che richiede la somministrazione dell’insulina, a causa della mancanza o insufficienza grave di quest’ormone prodotto dal pancreas, attraverso iniezioni da 4 a 6 volte al giorno oppure l’impiego del microinfusore. In Italia, sono circa 300.000 le persone che ne soffrono, con un trend in crescita per il diabete giovanile che colpisce circa 20.000 giovani tra i 3 e 20 anni nel nostro Paese.
“Con il diabete di tipo 1, la sfida non finisce al 90°” e vinci solo se fai un buon gioco di squadra – sono le parole di Gianni Lamenza per AGD ITALIA Associazioni Giovani e Diabete Italia – Genitori, pediatri diabetologi, dietisti, infermieri, psicologi, insegnanti e amici formano la grande squadra che aiuta il bambino a crescere come tutti i suoi coetanei e a mantenere costantemente in aria il palloncino”.
Le 5 associazioni promotrici insieme alla Lega Serie A saranno i portavoce di chi ogni giorno vive il peso della sua condizione portando il messaggio che: “Con il diabete di tipo 1, la sfida non finisce al 90°. Parliamone, insieme possiamo fare la differenza”.
“Nonostante gli evidenti progressi nell’assistenza delle persone con Diabete di tipo 1, grazie soprattutto all’innovazione tecnologica e farmaceutica, queste purtroppo continuano a scontrarsi ancora oggi con eccessivi divieti, falsi miti e pregiudizi – sottolinea Marcello Grussu di A.N.I.A.D. onlus Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici – Applicare diffusamente le regole e le norme esistenti, ma anche procedere ad una loro necessaria revisione e integrazione, gioverebbe a migliorare la qualità della vita e la piena inclusione nel mondo del lavoro della scuola e dello sport di chi ha a che fare con la malattia. Ben vengano pertanto le campagne di sensibilizzazione come questa, perché aiutano a elevare le conoscenze sulla malattia e le reali esigenze da colmare”.
Il calcio è tra gli sport più amati e seguiti dagli italiani. Nasce così la scelta di collaborare con la Lega Serie A per rendere il messaggio più capillare e far capire al maggior numero di persone le difficoltà di chi convive con il diabete di tipo 1.
“Il movimento comune, l’idea che le persone con diabete debbano praticare lo sport resta fondamentale determinante della qualità di vita – ribadisce Antonio Cabras della Federazione Nazionale Diabete Giovanile FDG – E’ la scelta per il futuro che i diabetici vogliono realizzare con ambizione. La storia è testimone nel contribuire con grande efficacia a sviluppare la capacità collettiva sportiva dei diabetici”.
Secondo i dati pubblicati nel 2017 dalla World Diabetes Federation, nel mondo sono 425 milioni le persone che vivono con il diabete (1 adulto su 11) e 212 milioni (1 adulto su 2) non sanno di averlo. In Italia l’Istat stima che nel 2016 le persone con diabete siano state oltre 3 milioni e 200 mila, cioè il 5,3% dell’intera popolazione. Di questi, circa il 10% è affetto da diabete di tipo1.
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