"Non è un reato difendere i confini". Lo slogan di Pontida 2024 è incentrato tutto sul leader Matteo Salvini e il procedimento in corso a Catania che potrebbe condannarlo a 6 anni di reclusione. Il segretario convoca così sul "sacro" prato i leader della destra europea che rispondono all’appello. Arrivano il premier ungherese Viktor Orban, l’olandese Geert Wilders, il portoghese Andrè Ventura, l’austriaca Marlene Svazek, lo spagnolo Antonio Fuster. Ma nel giorno dove il popolo leghista dovrebbe fare quadrato attorno al suo segretario la scena è tutta per il generale Roberto Vannacci, che attacca Tajani per le aperture sulla cittadinanza e, in una ressa di giornalisti, si lascia sfuggire che in futuro "non escluderebbe" una sua mozione congressuale. La giornata, come da tradizione, scorre fra slogan e salamelle, con i militanti sostanzialmente concordi sulla scelta di ospitare su quello che fu il palco della secessione i maggiori leader nazionalisti d’Europa. . .LEGGI A Pontida la prima di Viktor Orbán: "Salvini patriota europeo. Bruxelles deve essere occupata" . .di Daniele Alberti e Andrea Lattanzi