Sette giorni sotto le bombe a Poltava, vicino Kharkiv, poi la decisione di abbandonare la propria casa e partire. Anna e la sua famiglia di sole donne, con l’ultimo nato di appena due mesi, dopo una settimana di viaggio sono a Napoli, dove però non hanno né amici e parenti. "Lungo la strada ci avevano parlato del residence dell’Ospedale del Mare, perciò siamo venute qui", dice la giovane ucraina. Ma all’arrivo in città, alle cinque del mattino, scoprono che il residence è stato riconvertito per i positivi al virus. Grazie anche al lavoro dei mediatori linguistici, è stata trovata una sistemazione in provincia. .Paolo Popoli
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