Le imprese familiari tra resilienza e capacità di rinnovarsi

di solobuonumore

Le imprese familiari tra resilienza e capacità di rinnovarsi

Milano, 21 mar. (askanews) – Se era legittimo l’obiettivo di superare il modello aziendale dell’"uomo solo al comando" bisogna però ora constatare che il modello manageriale che spersonalizza la gestione delle imprese non ha portato poi a quei risultati che si attendevano, anzi. L’impresa familiare invece mostra inaspettate qualità e capacità di rinnovarsi. Continuità e capacità di crescita, accompagnata a un’attenzione alla socialità che arriva ben prima delle predicazioni sulla responsabilità sociale. Questa è oggi la realtà delle imprese familiari in Italia che hanno mostrato nel corso della crisi anche maggiori capacità resilienza. Come è emerso durante l’incontro "Rigenerazione d’impresa" organizzato a Bologna da Illumia in collaborazione con Aidaf, l’Associazione italiana delle aziende familiari. Il presidente di Illumia, Marco Bernardi: "E’ sempre utile mettersi in discussione e cercare ambiti in cui si può continuare ad imparare. Aidaf è un’associazione che raggruppa ‘family business’ come la nostra e vedere storie di altri player e di altre aziende anche completamente diverse dal settore dell’energia come il nostro è un momento di messa in discussione di quello che si fa e di arricchimento generale".

"Creare qualcosa che duri nel tempo" è l’obiettivo che ha accompagnato tanti imprenditori in Italia, nel momento in cui si sono trovati a passare il testimone ai figli. Un passaggio che – come è emerso dalle testimonianze di Neri, Damiani, Irsap e Auto Mha durante l’incontro a Bologna – ha incentivato nuovi stili manageriali, un maggior confronto e una maggiore condivisione delle strategie con i familiari e i collaboratori e, in alcuni casi, anche una vera e propria rottura col passato.

"Il cambiamento di per sé non è un assoluto da seguire, non è un valore rigido che va perseguito – ha sottolineato Bernardi – Il contributo che portano le nuove generazioni deve essere orientato non al cambiamento per il cambiamento, ma al miglioramento, all’innovazione e al dare un maggiore contributo all’azienda e a tutta la società. Le aziende non sono solo un veicolo di arricchimento di alcuni ma offrono un contributo sociale non solo perché danno occupazione ma perché fanno vedere che mettendo le mani in pasta si può creare, costruire e, di fatto, rispondono all’esigenza di costruzione che è nel cuore di ogni uomo".

Come emerge dall’osservatorio promosso da Aidaf e l’università Bocconi, durante la crisi sanitaria le aziende familiari hanno confermato, come già successo in passato, una forma di resilienza, una migliore capacità di affrontare le situazioni difficili. Lo ricorda Giovanna Gregori, consigliere delegato Aidaf: "Il fatto che in un periodo come quello della pandemia le aziende familiari abbiano fatto delle scelte specifiche di lavorare per supportare la comunità locale, i propri dipendenti e la comunità più larga dei propri clienti e fornitori, sicuramente ha dato un impulso – anche in termini di occupazione e di supporto in un momento così difficile – al fatto che il tessuto imprenditoriale italiano fatto di aziende familiari ha tenuto più di quanto hanno fatto altre realtà".

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