Roma, 2 nov. (askanews) – La parziale ripresa del mercato del lavoro dopo la dura crisi causata dall’emergenza pandemica è in corso. Ma ora più che mai, in un paese in cui le reti informali, come famiglia, amici, vicinato hanno sempre giocato un ruolo importante nella intermediazione del lavoro, occorre che domanda e offerta trovino il giusto sbocco. Sempre più spesso ci sono casi di così detto mismatch quando le aziende cercano profili professionali che non rispondono alle competenze di chi cerca lavoro. In tale direzione un ruolo fondamentale possono giocarlo i centri pubblici per l’impiego, ai quali è demandato il compito di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Se ne è discusso al Centro studi americani nel corso della tavola rotonda "Nuove sfide digitali per i centri pubblici per l’impiego", organizzata da Open Gate Italia e WCC, gruppo che opera nell’ambito delle soluzioni per i servizi di collocamento pubblici e privati. L’obiettivo è stato quello di discutere dei recenti trend del mercato del lavoro in Italia e delle possibili soluzioni digitali da adottare, alla luce delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Tra i relatori Miguel Peromingo, esperto di servizi per l’impiego che lavora nel settore da circa 20 anni con esperienze in Germania, in Gran Bretegna. Se guardiamo alla situazione dei servizi pubblici mondiali per l’impiego, dopo la pandemia, con la nuova normalità, come viene chiamata, possiamo notare che già prima della pandemia c’era già un ambiente in cui i servizi pubblici per l’impiego erano cambiati moltissimo dall’essere puramente istituzionali, con politiche del mercato del lavoro attive e passive verso una performance più focalizzata su un efficace ed efficiente organizzazione. I servzi erano più sotto pressione per lavorare sui modelli di kpi e su business model e per allontanarsi un po’ dal modello di istituzioni pubbliche verso organizzazioni che lavorano con diversi modelli. Poi è arrivata la pandemia e hanno dovuto cambiare e lavorare in modalità emergenza e trovare un bilanciamento tra l’essere più moderni e potenziare ad esempio i classici pagamenti per i benefits".
Alla tavola rotonda è intervenuta anche Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro, ora in commissione lavoro al Senato che ha tracciato un quadro su come a suo parere cambieranno e potranno cambiare i centri pubblici per l’impiego. "I punti per rafforzare il mercato del lavoro innanzi tutto sono far sì che tutte le politiche passive, il sostegno al reddito, diventino da politica passiva si trasformino in politiche attive. Per far questo è necessario un rafforzamento dei centri per l’impiego e questo era stato iniziato nel 2019 con l’incremento degli operatori che dovrebbero passare da 8mila a 20mila in Italia, il rafforzamento delle competenze degli operatori che già operano nelle strutture e l’interoperabilità delle banche dati, e va aggiunto un collegamento a quello che può essere l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro in modo tale che l’operatore e il lavoratore che cerca lavoro abbiamo un unico punto di riferimento".