L’autunno caldo dell’horeca tra voglia di fuori casa e inflazione

di solobuonumore

L’autunno caldo dell’horeca tra voglia di fuori casa e inflazione

Milano, 4 nov. (askanews) – In che modo l’inflazione condizionerà i consumi fuori casa degli italiani nei prossimi mesi? Come si adeguerà l’offerta dell’horeca alle nuove esigenze dei consumatori? Quali prospettive per il comparto food&beverage nell’attuale congiuntura economica? Di questi temi si è parlato a Milano all’anteprima della dodicesima edizione dell’International Horeca Meeting di Italgrob, organizzato in collaborazione con Italian Exhibition Group, in calendario dal 19 al 22 febbraio a Rimini nell’ambito di Beer&Food Attraction.

"Per il mercato dell’horeca – ci ha detto Antonio Portaccio, presidente di Italgrob – sarà un autunno essenzialmente caldo perché veniamo fuori da una stagione estiva molto importante che ha registrato dei numeri in termini di fatturato superiori al 2019 ma ora c’è l’incudine legata alla dinamica dei prezzi alla spirale inflativa che si è creata".

Per il settore dell’horeca i due anni della pandemia sono stati fortemente penalizzanti ma i risultati registrati nell’estate appena trascorsa confermano la voglia degli italiani di vivere fuori casa. Certo con una inflazione alle stelle che erode il potere d’acquisto delle famiglie è difficile capire che spazio resterà nei bilanci familiari per il fuori casa, ma il Rapporto Italgrob realizzato col Censis lascia intravedere spiragli di ottimismo

"Il rapporto degli italiani col fuori casa è strutturale – ci ha spiegato Francesco Maietta, responsabile Censis area consumer, mercati privati e istituzioni – è un aspetto importante perché contribuisce al benessere soggettivo e nelle situazioni difficili diventa ancora più importante perché dà quella quotidiana felicità di cui abbiamo assoluto bisogno. Sicuramente quindi non è un momento facile ma questo rapporto degli italiani con il fuori casa ci consente di dire che se saranno fatte le scelte giuste da parte dell’offerta ci sarà una tenuta e anche forse potremo avere anche qualche piccola sorpresa positiva".

Certo non si può ignorare la preoccupazione di oltre sei operatori su 10 per l’attuale contesto, la riduzione dei margini sotto il peso crescente dei costi, l’allungamento dei tempi di pagamento dei fornitori ma questo non può paralizzare le scelte future. Scelte che riguardano tutta la filiera come più volte ribadito all’appuntamento milanese a cui hanno preso parte i presidenti delle maggiori associazioni di categoria del beverage, analisti ed esperti di mercato.

"La cosa più importante che la nostra categoria deve fare – ha sottolineato Portaccio – è quello di fare squadra intorno a un tavolo di concertazione con l’industria. Nell’horeca un elemento importante è il fattore umano quindi è il caso di iniziare a parlare oggi di un nuovo umanesimo nel mondo dell’horeca".

Dato quindi lo scenario attuale e una prospettiva per il prossimo anno di crescita zero, cosa dovrà aspettarsi l’horeca per il 2023?

"Siamo nell’epoca in cui le cose inedite e inattese accadono – ha avvertito Maietta – però la società italiana già in questa fase sta dimostrando capacità di reagire, naturalmente gli operatori dell’offerta dovranno seguire il senso profondo delle esigenze degli italiani, questa voglia di avere dei momenti di benessere in un contesto che obiettivamente sta diventando difficile".

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