Laura Pausini confessa: «Paolo vuole me, non i miei soldi»

Laura Pausini  al settimanale “Io Donna”  ha svelato qualche dettaglio della sua vita privata, raccontando com’è cambiata la sua vita con l’arrivo della figlia Paola:  «L’arrivo di Paola ha spazzato via ogni incertezza. Mi ha fatto sentire potente: io la proteggerò, nei suoi confronti sarò invincibile. Lo so, ha tre anni e mezzo, nell’adolescenza sarà diverso. Già adesso acchiappa il telefono e spedisce messaggi vocali ricattatori: mamma quando torni? Perché io ti amooooo! E per la prima volta nella vita mi viene da mollare tutto e correre a casa».

La Pausini, ricordando poi uno dei periodi più brutti della sua vita ha confessato che: «Quindici anni fa c’è stata una rottura pesantissima, nei sentimenti e nel lavoro. Un dolore forte, mi ha scardinato completamente… Niente di paragonabile all’essere mollata da Marco, il primo fidanzatino, appunto quello della canzone. Non poteva aiutarmi la famiglia, non l’abbraccio dei fan: era una solitudine adulta. E all’inizio non potevo, non volevo, ma ho dovuto guardarla in faccia e trasformarla nella mia amica. Lavorando a lungo con una psicologa per rimettermi in piedi, per trovare la me stessa di oggi… Mi sentivo fragilissima, ora sono una combattente».

Ma ora, grazie al suo compagno Paolo Carta ha ritrovato la serenità «Non pensavo – ha detto la cantante –  che avrei mai frequentato un uomo che era già stato sposato. Era fuori dalle mie convinzioni. Ho impiegato tantissimo ad accettare quest’amore. Che invece era forte. Siamo ancora qui, insieme. E Paolo l’ho preso con i suoi tre figli, allora avevano 12, 11 e 3 anni: mai pensato di sostituirmi alla mamma, ma non volevo che questa storia potesse, anche minimamente, procurare danni a loro. (…) Potrei dire che non mi ha mai chiesto un Rolex d’oro per Natale o che non gliene importava nulla della Mercedes con autista, come mi era successo in passato… Ma è più complesso di così: è l’essere maschi nel mondo mutato delle femmine. In una coppia come la nostra può mettere a disagio che non sia l’uomo ma la donna a mantenere la famiglia, a decidere dove si va e quando, perché è il mio lavoro che decide per tutti. A Paolo non importa essere famoso, non è in competizione con me. Accetta che io sia libera anche di scegliere quello su cui non è d’accordo. Vuole me, punto. E fare musica, la sua passione. Per questo, paradossalmente, ho smesso di portare solo i pantaloni. Mi compro anche le gonne. E mi sento bella.»

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