L’arte di arrangiarsi: dopo essere stato licenziato, ha scelto di fare il codista per mestiere

Tre anni fa è stato licenziato dall’ azienda di abbigliamento per la quale lavorava come responsabile marketing a seguito di una delocalizzazione. Invece di perdersi d’ animo Giovanni Cafaro, 45 anni, ha deciso di reinventarsi con una professione del tutto nuova, quella di codista. Il suo ruolo consiste nel fare le code per conto di chi non ha tempo. Nonostante si parli tanto di digitalizzazione della pubblica amministrazione, secondo la Cgia di Mestre dal 1995 a oggi agli sportelli dei Comuni italiani le code superiori ai 20 minuti sono aumentate del 104,6 per cento. E così Cafaro, nato a Salerno ma trapiantato a Milano, si è trovato con un business in forte crescita. “La mia coda più lunga risale al settembre 2015, quando è uscito l’ iPhone 6S e un ragazzo mi ha chiesto di fare di tutto per procurarglielo. Sono rimasto in fila 8 ore ma alla fi ne l’ ho spuntata, racconta orgoglioso Cafaro. Sul suo profilo Linkedin si definisce il primo codista italiano, un titolo che si è guadagnato macinando ore di attesa alle prevendite di cd e libri dei cantanti, dei biglietti per le mostre a Palazzo Reale, nonché agli sportelli di uffici pubblici come Inps, Poste e Comune. Le code in assoluto peggiori sono quelle di Equitalia e Agenzia delle entrate, confida il codista. Una volta sono rimasto per 3 ore e mezza in attesa ai loro sportelli. Il fatto più spiacevole però non è dover aspettare, ma non sapere mai se hai con te i documenti necessari, perché spesso le procedure cambiano senza che agli utenti sia comunicato nulla. Proprio per insegnare l’ esperienza acquisita Cafaro ha avviato dei corsi di formazione per codisti, preparando più di 300 persone provenienti da tutte le regioni italiane. Cafaro ha anche lanciato il primo contratto nazionale di lavoro dei codisti, che consente di inserire questa figura nel mondo lavorativo in modo flessibile. Il codista può essere occupato in un’ azienda per la durata di un giorno, una settimana o un mese, ma può anche essere assunto a tempo determinato, spiega l’ ex manager. In questo periodo di tempo ha diritto a busta paga, permessi, ferie nonché ai contributi previdenziali e assicurativi. Il lavoratore riceve 10 euro lordi l’ ora, di cui 7,50 euro come salario netto mentre 2,50 vanno a Inps e Inail.

 

 

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