Il video pubblicato dall’Associazione Luca Coscioni: Ridolfi vuole rendere nota la sua storia
Fabio Ridolfi da 18 anni è totalmente immobilizzato. Riesce a muovere solo gli occhi, e grazie a un lettore oculare, rivolge un appello allo Stato italiano, al suo Paese, perché venga aiutato a morire, ora, nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani. 5 giorni prima di compiere 28 anni, nel 2004, una domenica sera a casa dai genitori, ha un malore improvviso. Nulla di doloroso, ma è evidente che qualcosa non va: ambulanza, pronto soccorso, ospedale, esami. Un’emorragia di un’arteria nel cervello gli ha provocato una tetraparesi irreversibile. Riesce a muovere solo gli occhi. Già nell’ottobre del 2006 chiese pubblicamente di essere aiutato a morire, senza essere ascoltato dalle istituzioni. Fino al 2020, quando scopre che adesso è diventato possibile, per le persone nelle sue condizioni, ottenere aiuto medico alla morte volontaria e porre fine alle proprie sofferenze. Così chiede a suo fratello Andrea di avviare le pratiche burocratiche per poterne fare richiesta. Dopo più di un anno, può quindi rivolgersi all’Asur per ottenere le verifiche del suo caso e il parere del Comitato etico. Ora, fermo nella sua stanza, allettato 24 ore su 24, alimentato artificialmente e curato dai genitori, aspetta da oltre due mesi una risposta alla sua richiesta. Ha anche contattato una struttura per accedere a una sedazione profonda, e per essere aiutato il prima possibile, con il sostegno (anche legale) dell’Associazione Luca Coscioni, ha deciso di rendere pubblica la sua richiesta: «Gentile Stato italiano, da 18 anni sono ridotto così. Ogni giorno, la mia condizione diventa sempre più insostenibile. Aiutami a morire». (video e testo: Associazione Luca Coscioni). ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/appello-fabio-ridolfi-tetraplegico-gentile-stato-italiano-18-anni-sono-ridotto-cosi-aiutami-morire/e4cafbca-d683-11ec-a70e-c4b6ac55d57f