L’Andrea Bocelli che non t’aspetti “Tra il primo e il secondo matrimonio ho avuto molte avventure. La mancanza della vista non accentua solo gli altri sensi; te ne dona un sesto. Capisci subito chi hai di fronte”, lo dice al Corriere della Sera raccontando il periodo dopo la separazione dalla prima moglie, che descrive come un momento di libertinaggio.”So benissimo come sono fatti i miei figli. Mi sono cresciuti tra le mani. Sono molto fisico – dice il cantante – ho bisogno di contatto; e se loro non lo volevano, lo imponevo”.
E poi ancora: “La penso come Nietzsche: l’uomo ama il gioco e il pericolo; e la donna è la giocatrice più pericolosa. Sceglievo le donne che mi piacevano. Che mi suscitavano qualcosa. Che mi davano l’impressione di riempire la parte mancante di me. Il comportamento vuol dire molto. L’atteggiamento, il modo di parlare. Mi sono sempre piaciute le donne di forte femminilità. Ma neppure i miei traguardi affettivi mi guarivano dall’inquietudine. Il libertinaggio diventa una droga. Tutte le sere hai bisogno di riuscire nel tuo obiettivo. La sera che non ci riesci, stai male”. Anche se “il successo rende tutto più facile. Ma alla fine ti ritrovi con un pugno di mosche. E ti senti affondare nel gorgo del vizio. A un certo momento ci sono andato molto vicino”.
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