#finlandia #NATO #russia
Pur avendo combattuto due guerre sanguinose con l’allora Unione Sovietica dal 1939 al 1940 e dal 1941 al 1944, la Finlandia è riuscita nei decenni a costruire un solido rapporto di amicizia, di collaborazione e di scambi commerciali con la Russia, con cui condivide 1.300 chilometri di confine. Dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio scorso, però, le cose sono cambiate drasticamente e nella mente di molti finlandesi sono riemersi i ricordi poco piacevoli dell’aggressione di Stalin di quasi un secolo fa, che è costata al Paese il 10 per cento del suo territorio.
Viaggio al confine dell’Europa, tra corsi della protezione civile per la gestione dei bunker e allenamenti di tiro sportivo con fucili e pistole organizzati dai riservisti. Fino alla frontiera, chiusa ieri per il Covid e oggi per le sanzioni Ue a Mosca, dove regna il più assoluto silenzio e si fanno i conti delle perdite milionarie per l’assenza di turisti russi, mentre il governo è pronto ad abbandonare la tradizionale neutralità per entrare nella Nato.
Di Antonio Nasso
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