Sanam Shirvani, 36 anni, è arrivata in Italia 10 anni fa. In questi anni si è laureata al Politecnico di Torino, vive da sola con i suoi gatti ed è diventata arbitro di calcio, lo sport che ama fin da quando a 6 anni, per una sola volta, le è stato concesso di andare allo stadio nella natia Rasht, una cittadina nel nord dell’Iran che si affaccia sul Mar Caspio, a un centinaio di chilometri dall’Azerbaijan.
Da quella volta allo stadio per Sanam il calcio è stato solo quello visto in tv, dove con una parabola clandestina potevano intercettare i canali satellitari esteri.
A 9 anni, come tutte le bambine iraniane, ha preso il velo e non se l’è più potuto togliere fino a quando, con un permesso studio, non è arrivata in Italia a 26 anni.
È da 5 anni che non torna in Iran e "se le cose stanno così, non posso tornare a casa", e in Italia è riuscita almeno in parte a coronare il suo sogno di scendere in campo per giocare a calcio. Da arbitro della FIGC e dirige molte gare sia delle categorie giovanili che di quelle degli adulti.
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