L’ultimo ricordo che Alex ha di quella sera è la sagoma di suo padre Giuseppe, l’uomo violento che ha visto insultare e aggredire sua madre da quando era solo un bambino, che si dirige verso il cassetto dei coltelli e che, stavolta, sembra intenzionato a passare ai fatti. In un attimo, l’istinto di sopravvivenza e la volontà di proteggere i suoi cari hanno preso il sopravvento; Alex non gli ha lasciato il tempo di agire, lo ha colpito con 34 colpi sferrati usando sei lame diverse. Poi ha chiamato i soccorsi e ha denunciato il suo gesto alle forze dell’ordine, ma era troppo tardi. Il 30 aprile 2020 il 19enne Alex Pompa ha ucciso suo padre al culmine dell’ennesima lite e, nel corso del processo che lo ha visto come imputato dell’omicidio, ha rivelato i dettagli di una storia infinita di abusi. Il 12 giugno 2021 è iniziato il processo ad Alex che, mentre scontava gli arresti domiciliari a casa di un amico, ha affrontato con successo anche l’esame di maturità presso l’istituto alberghiero "Arturo Prever" di Pinerolo, col sostegno unanime di studenti e insegnanti, che per lui hanno speso soltanto parole di stima, motivo per il quale un imprenditore trevigiano ha deciso di farsi carico delle sue spese legali. Alex che rischiava 14 anni di carcere, secondo quanto chiesto dal pubblico ministero, alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.
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