Bucarest, 6 apr. (askanews) – Fin dall’inizio dell’invasione russa la Romania ha aperto le porte ai profughi ucraini. Ne sono passati oltre 650mila (dati Unhcr al 5 aprile) attraversando la linea di confine che corre lungo oltre 500 km. Una macchina degli aiuti enorme sostenuta da decine di associazioni umanitarie. Fra loro il Banco alimentare rumeno, che ha distribuito oltre 380 tonnellate in aiuti a centinaia di realtà, il cui presidente Gabriele Sescu ha spiegato ad askanews come si stanno muovendo per aiutare le persone in fuga dall’Ucraina.
"Prima sono accolte alla frontiera dalle associazioni che li prendono e li portano dove possono dormire e hanno da mangiare, non sanno cosa succede fra una settimana o un mese ma la gran parte di loro aspetta qua per tornare in Ucraina, l’altra parte va fuori dalla Romania per trovare un posto dove c è la pace", ha detto.
Una di queste associazioni è Asociatia Mladita, "germoglio" in italiano, gestita da Aurelian Virga che accoglie circa 40 profughi in questa Casa famiglia nelle campagne rumene vicino Bucarest.
"I primi 3 giorni andavamo noi, 1.000 km al giorno per prenderli", ha raccontato, aggiungendo "nessuno di noi fino adesso ha avuto esperienza di cosa vuol dire avere una guerra così vicina e c’è stata una reazione sorprendente di tutta la gente, ricordo i primi giorni a Siret c’erano km di stand dove trovavi di tutto, mangiare, vestiti, pannolini".
Ana Stefan accoglie circa 60 donne e i loro figli con l’associazione che gestisce col padre, Asociatia Inimi Nobile, "cuore nobile", in un ex hotel ristorante: "Se hanno problemi medici gli do le medicine, do tutte quello di cui hanno bisogno per loro per i bambini, tutto perché sono l’unica che conoscono qui, sto qui nel mezzo della notte perché non posso lasciarli soli, sono davvero coinvolta, quando ami quello che fai lo fai bene".
Servizio e immagini di Lucilla Nuzzo
Montaggio di Linda Verzani