"Geringonça" è una parola portoghese che indica qualcosa di imperfetto, di mal riuscito. Fu battezzato così, sotto i peggiori auspici, il governo socialista di António Costa dopo le elezioni del 2015. Un esecutivo di minoranza, sostenuto in Parlamento da un accordo con due partiti radicali ed euroscettici, il Partito comunista e il Bloco de esquerda: "Un esperimento di sinistra che non può durare", scommettevano i commentatori politici.
Il Portogallo era allo stremo dopo una cura lacrime e sangue imposta dalla Troika europea al governo conservatore nel 2011: povertà, disoccupazione, pensioni e stipendi tagliati, feste nazionali e religiose cancellate. Centinaia di migliaia di persone protestavano in piazza.
Oggi il Paese è tornato a crescere e l’austerity è solo un brutto ricordo. Perché il popolo portoghese non si è mai dimenticato della Rivoluzione dei Garofani, quella con cui il 25 aprile del 1974 fu rovesciato il regime dittatoriale di António Salazar. Quello portoghese è un popolo che sa lottare, ed è riuscito a dimostrare all’Europa che un’altra politica è possibile. E la "Geringonça" è diventata un simbolo di speranza
di Antonio Nasso
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