Quando era solo un bambino guardava la "Signora in Giallo" appoggiato al suo pallone; l’investigatore era il mestiere che gli piaceva di più, ma fare il calciatore era il suo sogno.
Dalla squadra dell’oratorio di Pescate, piccolo comune in provincia di Lecco, dove è cresciuto, è iniziata la carriera di Manuel Locatelli; un talento voluto dall’Atalanta ad appena 6 anni e poi dal Milan a 11 anni. Nel club rossonero Manuel ha fatto tutta la trafila, dagli Esordienti alla Primavera, fino all’Europeo Under-19 da protagonista, e l’esordio in serie A a 18 anni contro il Carpi. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 50 migliori calciatori nati nel ’98 stilata dal The Guardian; sotto la pressione di tanto onore, però, Locatelli ha sentito il peso delle aspettative e la sua fiducia per un po’ si è persa. Carattere e duro lavoro lo hanno portato a riprendersi il suo posto e, in particolare, al Sassuolo ha trovato la famiglia di cui aveva bisogno. Da queste difficoltà Locatelli ha imparato la lezione forse più preziosa della sua vita: niente va dato per scontato e anche le qualità più eccelse valgono ben poco se non sono accompagnate da una buona dose di umiltà.
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