È il giorno di Dybala. Alle 14:30, a Trigoria, il campione argentino ha risposto alle domande dei giornalisti. Alle 21 lo attende invece l’abbraccio dei romanisti: l’appuntamento è al Fendi Headquarters, presso il Palazzo della Civiltà Italiana, in Quadrato della Concordia 3.
Paulo è stato introdotto dal General Manager dell’Area Sportiva, Tiago Pinto. Ecco cosa ha detto il dirigente in conferenza stampa.
“Se riesco a scherzare un po’ in italiano, è una gioia avere la Joja. Per portare un calciatore come Paulo a Roma c’è stato bisogno di un grande lavoro di squadra e, per questo, mi sento di ringraziare innanzitutto la Proprietà, per il coinvolgimento in questa trattativa, il Mister, che è stato abbastanza importante, ma anche tutto lo staff di Paulo che, secondo me, ha aiutato a creare questa partnership. Quanto a Paulo, non ha bisogno delle mie parole per raccontare le sue qualità. In questi giorni mi ha fatto piacere vedere il suo coinvolgimento e la sua empatia con la squadra. Questo mostra, oltre al grande giocatore che è, la sua voglia di fare bene con la Roma. Per noi è una gioia enorme avere un calciatore del suo spessore qui alla Roma. E questo dimostra la credibilità e l’ambizione del progetto”.
Qui a Roma trovi una Proprietà molto solida, un allenatore che non ha bisogno di presentazioni, un gruppo che ha iniziato a vincere. È giusto iniziare ad alzare il livello di ambizione, cominciando a parlare di corsa Scudetto?
“Credo che sia presto per parlare ora di Scudetto. C’è tanta voglia da parte di tutti. La Roma ha vinto un trofeo molto importante, per avere più ambizione in futuro. Credo che sia cresciuta molto in questi anni, anche con i giocatori che sono arrivati assieme al Mister. Ci sono degli obiettivi importanti. A tutti piace vincere e credo che questo debba essere il nostro obiettivo: vincere partita dopo partita. Poi, più avanti vedremo dove siamo messi, per puntare ad obiettivi più importanti. Ma per quanto riguarda lo Scudetto, credo che al momento ci siano delle squadre più avanti di noi. Però, noi dobbiamo lavorare con serenità e pensare partita dopo partita”.
Ti sei sentito tradito dall’Inter?
“No, per niente. Da quando è finito il mio contratto con la Juventus, i miei agenti hanno parlato con tante squadre e voi avete parlato di tante squadre in più. Io ho un rapporto molto bello con Marotta. Tante squadre si sono avvicinate. Poi, a un certo punto, è arrivato il direttore a Torino e tante cose sono cambiate”.
Dal punto di vista tattico, ti vedi più seconda punta o più trequartista? E poi: quanto ha inciso la chiacchierata con Mourinho per convincerti a sposare la Roma?
“Quanto alla prima domanda, rispondo che quello sarà il lavoro del Mister. Sicuramente, in base alle partite troverà le soluzioni migliori per me e per la squadra. Io sono aperto a fare entrambe le posizioni, a giocare dove vorrà. In merito alla chiamata del Mister, è stato un piacere enorme. La prima volta è accaduto insieme al Direttore. Poi un giorno lui all’improvviso mi ha scritto e ci siamo sentiti di nuovo. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere il Presidente e suo figlio, ho parlato con il Direttore, conoscevo alcuni dei ragazzi. Credo che la chiamata di tutti, la loro dimostrazione di affetto, sia stata molto importante per me”.
Quali sono le certezze che ti sono state trasmesse dal Club?
“La prima domanda che ho rivolto al Mister è stata cosa puntavamo a vincere. A me piace vincere, a lui anche e qui ci sono tanti ragazzi che hanno vinto titoli importanti. Mano a mano che parlavamo, tanto il Mister quanto la Società mi hanno dato dei punti di riferimento che voi già avete visto: la serietà con cui sta lavorando la Società e l’entusiasmo che si creato nei giocatori e nella gente che lavora intorno a loro. La consapevolezza del Mister e la fiducia che hanno i ragazzi sono molto importanti per andare avanti e per continuare con questi obiettivi. Io cercherò di dare sempre il massimo e di trasmettere l’esperienza accumulata in questi anni, per continuare a vincere”.
Cosa ti ha più colpito dei tifosi romanisti? E nella partita con la Juventus, esulterai se segnerai?
“Credo che la risposta venga da solo: ovviamente no. Sono molto curioso di vedere quello che succederà stasera. Grazie ai Social siamo molto a contatto, siamo più vicini alla gente e la dimostrazione di affetto non è mancata, anche prima di arrivare. So che questa è una piazza molto calda e la gente ci sta sempre vicino. Quindi, sono molto curioso di vederli stasera e di abbracciarli”.
In un calcio sempre più fisico, tu sei l’eccezione, sei quello che accende la fantasia. Pensi che Roma sia la piazza ideale per esaltare le tue caratteristiche?
“È vero, il calcio è cambiato tanto in quell’aspetto: ora si vedono giocatori più fisici, più veloci, si vedono meno dribbling, meno giocate belle. Ma quello che conta è il risultato finale. Io voglio vincere, tutti vogliamo vincere, e questo deve essere il primo obiettivo. Poi, io ho delle caratteristiche con le quali ho fatto tutta la carriera e lavorerò per fare quello che chiede il Mister. Però, farò il mio gioco per aiutare i compagni”.
Quali sono state le principali differenze che hai notato tra Roma e Juventus? Le parole di Totti hanno contribuito a fare questa scelta?
“Sono da poco qua, sto conoscendo molta gente nuova: devo ancora imparare tutti i nomi di chi lavora intorno a noi, e sono tanti. Ma vedo un Club molto organizzato in tutti gli aspetti, mi stanno aiutando in tutto – a me e alla mia famiglia – e quindi sono molto contento di come mi stanno trattando. Con Francesco ci siamo visti alla partita di Eto’o. Abbiamo parlato un po’ lì, nello spogliatoio, ma non c’erano ancora le certezze che c’erano poco prima di arrivare qui. Lui mi ha parlato molto bene di Roma. Poi non ci siamo risentiti in questi giorni”.
È possibile che il miglior Dybala lo vedremo qui?
“Ovviamente, lavoro per quello. Sempre. Ogni giorno. Mi auguro che sia così. Sto cercando di mettermi nella migliore condizione fisica per farlo. Ci saranno tante partite fino alla sosta per il Mondiale. Quindi, cerco di curare tutti i dettagli possibili. Ho un’esperienza di tanti anni alla Juventus, in una squadra abituata a vincere e che ti trasmette quello dal primo giorno. Quindi cercherò di dare il massimo anche dentro lo spogliatoio con i miei compagni, visto che siamo un gruppo giovane: cercherò di portare l’esperienza per aiutare a vincere e per restare positivi nei momenti di difficoltà che sicuramente ci saranno durante l’anno”.
Si sono un po’ sbagliati a valutare la stagione di Dybala?
“È normale che ci siano delle critiche. Ovviamente, quando giochi in una squadra come la Juventus si chiede sempre di più. Ovvio che avrei voluto fare molti più gol, molti più minuti in campo e colpa di alcuni infortuni non ci sono riuscito. Credo che, per come è finito l’anno, i miei numeri siano stati tra i primi per diversi aspetti, non solo per i gol e gli assist. Ripeto: per quanto sono stato fermo, i miei numeri sono stati tra i primi”.
Ci puoi raccontare perché è finito il tuo rapporto con la Juventus?
“Penso che il direttore Arrivabene sia stato molto chiaro nelle sue dichiarazioni. Noi avevamo un accordo da firmare a ottobre, poi la Società ci ha chiesto di aspettare. E a marzo abbiamo avuto la notizia della Società che io non facevo parte del progetto futuro. Quindi non è stato un problema economico, come tanti hanno detto. La Società, assieme al mister, ha preso altre decisioni. È andata così. Io ho detto loro che, se questa era la loro scelta, non era un problema per me”.
Molti hanno detto che Roma è la piazza giusta per te: perché?
“Ho parlato tanto con il Direttore, con il Mister, anche con il Presidente. E mi hanno trasmesso tanta sicurezza nel progetto. E sapendo come viene costruita la Roma, non ho avuto tanti dubbi“.
Si è parlato molto della clausola. È, in qualche modo, un atto di fiducia reciproco, nel senso che se le cose vanno bene proseguiamo insieme? C’è la voglia di avere un rapporto lungo con la Roma?
“Io penso al campo, a fare bene. Credo che questa sia una domanda più per il Direttore, per i miei procuratori. Io penso solo ad allenarmi e a giocare. Poi quello che accadrà in futuro spero che sia felice per tutti”.
Cosa pensi di Zaniolo? Quanto sarebbe importante tenere anche lui per lo Scudetto?
“Tutti conosciamo Zaniolo, le sue caratteristiche, quello che può dare. Ho avuto di parlare un po’ con lui ed è sua la scelta. Ovviamente, tutti vogliamo avere con noi i giocatori più forti. Sappiamo quello che può dare, ma non voglio intromettermi nel suo futuro. A questo ci deve pensare lui”.
Hai firmato per tre anni: in questi tre anni ambisci alla maglia numero 10?
“L’ultimo che l’ha indossata sappiamo chi è. Da parte mia, c’è grandissimo rispetto. Credo che sia una maglia molto importante anche per i tifosi. Per me, il numero 21 è molto importante: per la Nazionale e per quello che ho vinto con la Juventus. E spero che sarà il numero con cui inizierò a vincere con la Roma. In futuro non si sa, ma per ora sono contento del 21”.
(Foto AS Roma)
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