I suoi compagni di squadra lo chiamano Donatello, per la somiglianza con una delle Tartarughe Ninja. Quando prende palla e s’invola verso la porta riesce a correre alla velocità di 36 km/h, così rapido da essere il calciatore più veloce del mondo, dietro solo ai 44 km/h di Usain Bolt. Nato a Bondy, nella regione francese dell’Ile-de-France, periferia di Parigi, Kylian Mbappé è cresciuto in una famiglia di sportivi originaria del Camerun e dell’Algeria. Ha mosso i primi passi nell’AS Bondy, la squadra in cui suo padre è dirigente ed è lì che, prima che da calciatore, ha imparato a pensare come un allenatore in campo. Alle doti fisiche fuori dal comune ha aggiunto la voglia di lavorare e migliorarsi ogni giorno, una combinazione che ha reso Mbappé non soltanto il giocatore che ogni tecnico vorrebbe allenare, ma un attaccante capace di eccellere in ogni zona del campo in cui viene schierato. Con coraggio ha scelto di indossare la maglia numero 10 della Francia, quella che fu di Zidane e Platini, rinunciando ai premi di un Mondiale vinto da assoluto protagonista ad appena 18 anni per devolverli a un’associazione che, con lo sport, aiuta i bambini in ospedale o affetti da handicap: "Nel calcio di alto livello, nessuno ti farà spazio o ti dirà che sei capace di giocare in modo straordinario. Sta a te convincerti di essere bravo. L’ego, l’amor proprio, non è solo un capriccio da star. È anche la volontà di superare te stesso, di dare il meglio di te".
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