Nella rubrica «Palomar» il commento sulle divergenze interne al Pd sulla firma al referendum sul Jobs Act. Antonio Polito riprende una frase detta al Corriere da Marianna Madia, ex ministra del governo Renzi che dieci anni fa varò il Jobs act: «Una segretaria che firma un referendum contro una riforma del suo stesso partito e dice che lo fa a titolo personale, e lo fa una settimana dopo Conte e Fratoianni, cosa sembra?». Graziano Del Rio e Dario Franceschini, ex ministri del tempo, si sono limitati a dire che loro non firmeranno il referendum di Landini, al contrario della segretaria, nota Polito. «Andrea Orlando, anch’egli nel governo, ha detto che ci sta pensando. Le ex ministre Pinotti e Lorenzin per ora non pervenute. Forse uno dei problemi maggiori del Pd è proprio il fatto di avere un gruppo dirigente che negli anni ha imparato alla perfezione il mestiere di attaccare di volta in volta l’asino dove vuole il padrone», commenta. In definitiva, il Partito democratico sembra rimasto lo stesso partito, con stesso nome, stessi capi e stesso segretario che si gioca la segreteria alle elezioni, ma con molti elettori in meno.
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