ROMA (ITALPRESS) – Marcell Jacobs, dopo l’oro vinto martedì sera agli Europei di Monaco di Baviera nei 100 metri, ha sempre più le idee chiare. Il campione olimpico di Tokyo2020, tesserato Fiamme Oro, dalle colonne de “La Repubblica”, spiega di non voler fare paragoni fra lui e Pietro Mennea ma di voler “lasciare una scia”. “Bello, bellissimo lo stadio pieno di Monaco, anche con tanti italiani: era pieno di cori. Impressione ottima. Anche la presentazione, fatta in stile Tokyo, molto eccitante. Correre con un pubblico che ti apprezza e ti spinge cambia tutto. Ho ricevuto anche tanti messaggi dopo la gara ma mi sono imposto di non aprire subito il cellulare. Nemmeno a mia madre ho risposto, lo farò con calma”, ha detto lo sprinter azzurro.
“Non avevo alcun peso da togliermi. Corro per me. Ho fatto una gara discreta, venendo da una stagione all’aperto con momenti difficili. Non è stato semplice sistemare tutto e rimettere a posto i pezzi dopo il Mondiale in cui ho corso un turno solo e mi sono fatto male. Ma cercando di dare una priorità alle cose importanti ce l’abbiamo fatta, anche se sono un pò indietro. Tra gli inglesi temevo più Hughes, che infatti mi è arrivato vicino, che Prescod, il terzo Azu, so chi è, ma non lo conosco. Lo ammetto: pensavo di fare meno di 9″90, mi ha frenato la tensione”, ha aggiunto Jacobs.
“Non si possono fare raffronti nell’atletica, ognuno ha il suo stile e la sua personalità. Sono contento di venire dopo Mennea. Il miglior modo di contare è quello di lasciare una scia, di stimolare chi viene dopo di te. Io quello volevo fare da bambino, essere uno da cui si poteva trarre ispirazione. Io stesso ho delle figure di riferimento: LeBron James, nel basket, uno che viene dal nulla, Lewis Hamilton che ha rivoluzionato la Formula Uno, e Usain Bolt, che ha cambiato l’atletica”, ha proseguito lo sprinter azzurro.
Infine, un pensiero al prossimo impegno. “Ho la staffetta, dobbiamo difendere il titolo di campioni olimpici. Ai mondiali di Eugene io non c’ero, è stato un dolore l’uscita in batteria. Ma siamo qui per rifarci, anche se non c’è nulla di scontato, perchè il testimone lo devi portare fino in fondo”, ha concluso Jacobs.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
“Non avevo alcun peso da togliermi. Corro per me. Ho fatto una gara discreta, venendo da una stagione all’aperto con momenti difficili. Non è stato semplice sistemare tutto e rimettere a posto i pezzi dopo il Mondiale in cui ho corso un turno solo e mi sono fatto male. Ma cercando di dare una priorità alle cose importanti ce l’abbiamo fatta, anche se sono un pò indietro. Tra gli inglesi temevo più Hughes, che infatti mi è arrivato vicino, che Prescod, il terzo Azu, so chi è, ma non lo conosco. Lo ammetto: pensavo di fare meno di 9″90, mi ha frenato la tensione”, ha aggiunto Jacobs.
“Non si possono fare raffronti nell’atletica, ognuno ha il suo stile e la sua personalità. Sono contento di venire dopo Mennea. Il miglior modo di contare è quello di lasciare una scia, di stimolare chi viene dopo di te. Io quello volevo fare da bambino, essere uno da cui si poteva trarre ispirazione. Io stesso ho delle figure di riferimento: LeBron James, nel basket, uno che viene dal nulla, Lewis Hamilton che ha rivoluzionato la Formula Uno, e Usain Bolt, che ha cambiato l’atletica”, ha proseguito lo sprinter azzurro.
Infine, un pensiero al prossimo impegno. “Ho la staffetta, dobbiamo difendere il titolo di campioni olimpici. Ai mondiali di Eugene io non c’ero, è stato un dolore l’uscita in batteria. Ma siamo qui per rifarci, anche se non c’è nulla di scontato, perchè il testimone lo devi portare fino in fondo”, ha concluso Jacobs.
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