Maurizio Lipparini nel 1975 partì in autostop dall’Italia destinazione India. I ricordi di un Afghanistan aperto e ospitale. Lorenzo Cremonesi, uno degli ultimi inviati di guerra italiani, racconta qual è la realtà oggi di quel martoriato Paese. E quale futuro l’attende
Partirono in tanti, da metà degli anni ‘60 fino alla fine degli anni 70 del secolo scorso. Dall’Italia e da tutta Europa: destinazione Oriente. Erano giovani, hippy o viaggiatori «alternativi» se si vuole usare un altro termine, di sicuro non turisti. «Non portavamo neppure la macchina fotografica perché non volevamo togliere nulla ai popoli che incontravamo, nemmeno le immagini. Era un simbolo del consumismo» ricorda ora con un sorriso amaro Maurizio Lipparini, viaggiatore, scrittore, traduttore di poeti e animatore della resistenza afghana parlando di quel viaggio leggendario per l’India in autostop che ha segnato la vita a lui e a tanti altri come lui. Un viaggio via terra verso Oriente che lui ha raccontato nel suo libro fatto di ritratti, sensazioni e immagini profonde quanto poetiche (Oriente
, C&P Adver Effigi, 2014). Un viaggio impensabile quanto impossibile oggi, cinquant’anni dopo.
L’integralismo, il terrorismo, la jihad, le Torri Gemelle: è cambiato il mondo. E la guerra e la violenza si sono impossessate di molti di quei Paesi che i viaggiatori alternativi di 50 anni fa hanno attraversato senza pericoli né problemi con il «peace&love» stampato sulle magliette e nei cuori.
I militari
italiani in Afghanistan se ne sono andati un mese fa dopo 20 anni. Erano stati mandati per avanzare, si sono dovuti difendere: sono 53 i soldati italiani caduti in questi venti lunghi anni. Le loro storie (leggile qui, nello speciale multimediale di Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera) «raccontano l’illusione di costruire una nazione nella terra dei talebani». Una terra che – dopo la parentesi della presenza delle truppe internazionali – sembra destinata oggi ad un futuro inevitabile di nuove violenze e divisioni. Come spiega Lorenzo Cremonesi, inviato di guerra del Corriere della Sera, grande conoscitore dell’Afghanistan, terra tanto bella quanto dilaniata. ( Iacopo Gori / CorriereTV ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/italia-afghanistan-viaggio-leggendario-autostop-che-non-si-puo-piu-fare/2c53e498-df27-11eb-a9e5-b60d2f6601bd