Milano, 14 apr. (askanews) – La decisione annunciata dall’Iran di arricchire l’uranio fino al 60% dopo un’esplosione nel suo impianto di Natanz è la "risposta" secondo la Repubblica islamica al "terrorismo nucleare" di Israele.
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha dichiarato minaccioso:
"Non puoi cospirare contro l’Iran, commettere crimini a Natanz. Per ogni crimine, ti taglieremo le mani. Colpiremo entrambe le mani, una con l’IR-6 e l’altra con il 60%. Naturalmente non resteremo inattivi".
Secondo il New York Times, gli israeliani sarebbero stati coinvolti nell’operazione, che è stata effettuata con l’ausilio di una bomba "giunta di contrabbando" all’interno della fabbrica e attivata a distanza.
L’esplosione di Natanz è avvenuta durante i negoziati a Vienna per cercare di salvare l’accordo nucleare iraniano internazionale raggiunto nella capitale austriaca nel 2015, di cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato un convinto oppositore sin dal primo giorno.
L’arricchimento del 60% segnerebbe un ulteriore e senza precedenti passo nella violazione degli impegni presi dall’Iran in base all’accordo di Vienna.
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