“Inutile e in ritardo di 3 anni”: la pista da bob di Cortina che nessuno vuole, tranne la politica

di solobuonumore

“Inutile e in ritardo di 3 anni”: la pista da bob di Cortina che nessuno vuole, tranne la politica

I lavori per la pista di bob delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 dovevano iniziare nel 2021: in un clamoroso ritardo i lavori, per ora solo il taglio dei larici, sono appena partiti. Ma la pista Eugenio Monti di Cortina si farà lo stesso, nonostante i dubbi sul futuro dell’opera – il Comitato Olimpico Internazionale aveva chiesto un piano per l’utilizzo futuro di ogni impianto sportivo (la loro Legacy) per evitare l’effetto cattedrale nel deserto – e la possibilità di fare le gare di bob, slittino e skeleton all’estero, in Svizzera o in Austria. Comitati cittadini e associazioni ambientaliste protestato per il taglio dei 500 larici – "un delitto cancellare quel patrimonio storico" ha commentato Luigi Casanova, ambientalista storico ed ex presidente di Mountain Wilderness Italia onlus – soprattutto perché il "sacrificio" degli alberi potrebbe essere vano: la pista da bob va consegnata entro il marzo 2025 per i collaudi. I tempi sono strettissimi e i costi fuori controllo rispetto ai 53 milioni ipotizzati nel dossier di candidatura di Milano-Cortina. Per il presidente del Veneto Luca Zaia, la pista di Cortina sarà usata per tante competizioni, "è una pista che vogliamo vedere nell’eredità del suo futuro" ha detto a margine della conferenza stampa del 23 novembre a Venezia. Cittadini e associazioni, però, la pensano diversamente.

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