Ferrara, 3 ott. (askanews) – Posti esauriti, file fuori dagli incontri e alla biglietteria, tanta voglia di incontrarsi, ascoltare e di ritrovare la socialità. Il festival Internazionale a Ferrara è tornato in presenza per la sua 15esima edizione, la prima con la formula che avevamo imparato a conoscere ad andare in scena dopo la pandemia. E nelle parole del direttore di Internazionale, Giovanni De Mauro, si percepisce soddisfazione.
"Questa edizione – ha detto ad askanews – è andata particolarmente bene: eravamo molto curiosi di capire che cosa sarebbe successo per quanto riguardava l’affluenza, le file ci
sono state, ma più contenute rispetto agli anni pre pandemia, semplicemente perché gli eventi erano su prenotazione, ed erano tutti sold out da settimane. La cosa importante, per noi nel nostro piccolo, ma soprattutto per la città e per ciò che implica in generale, è il fatto che le persone tornino a occupare le piazze e le strade e tornino a incontrarsi e confrontarsi".
Confronti che hanno riguardato l’attualità internazionale: dalle crisi mediorientali all’emergenza climatica; dai diritti civili e l’inclusione fino a cose più leggere, come per esempio le manie dei lettori, che sono state analizzate dal "bibliopatologo" di Internazionale, lo scrittore Guido Vitiello, che ha presentato il suo libro "Il lettore sul lettino". "Stiamo parlando di tutte le cose strane che facciamo con i libri – ci ha spiegato – cose strane e perverse che facciamo con i libri. Cose che pensiamo siano innocenti, come il modo in cui li sottolineiamo, la riluttanza a prestarli, cose di questo genere. Se leggiamo più libri insieme, o meno. Cose che ci sembrano innocenti, ma in realtà rivelano moltissimo di noi e della nostra psiche".
Tra il cinema Apollo e il teatro comunale, passando anche per le location in città o i locali, come il circolo Arci Bolognesi, la tre giorni ferrarese ha cercato, ancora una volta, di parlare la lingua del mondo, che in questo momento storico resta un’operazione non banale. "Anche quest’anno, pur con i limiti per esempio del fatto che ospiti da tanti Paesi non potevamo averne, per ragioni di sicurezza e di Covid, per questo non abbiamo avuto
ospiti dagli Stati Uniti e dall’Estremo Oriente, sono state 30 le nazionalità che sono state rappresentate in questi tre giorni. E anche se gli eventi erano meno, se le location erano in numero ridotto – ha concluso De Mauro – pensiamo di essere riusciti a offrire uno sguardo di una qualche profondità sui grandi temi dell’attualità internazionale".
Quella profondità che, oggi più che mai, ha le caratteristiche di un bisogno reale quando si parla di informazione e cittadinanza e che l’attenzione del pubblico di Internazionale a Ferrara è sembrato chiedere con forza.
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