Firenze, 31 mar. (askanews) – Al via il primo screening mirato in Toscana, condotto nelle scuole secondarie attraverso la somministrazione di questionari sulla familiarità per morte improvvisa e l’esecuzione di elettrocardiogrammi digitali. Un progetto dal titolo ‘Just’, acronimo di Juvenile Sudden deaTh; coinvolge l’Istituto da Vinci-Fascetti, è sostenuto dalla Fondazione Pisa e promosso dai professori Michele Emdin e Claudio Passino, entrambi della Scuola Superiore Sant’Anna e della Fondazione Monasterio, e dal professore Marco di Paolo dell’Università di Pisa.
Il progetto Just ha portato alla realizzazione, in tre anni, di un registro informatico dei casi di morte improvvisa, alla messa a punto di una strategia di intervento basata sulla programmazione della diffusione delle tecniche di "basic life support" (rianimazione cardiopolmonare) per "laici", alla messa a punto di campagne di educazione e, appunto, all’attuazione di screening mirati nelle scuole secondarie come quello che si svolge in questi giorni all’Istituto da Vinci-Fascetti, a Pisa.
"Non possiamo assistere passivi al fenomeno della morte improvvisa giovanile. La perdita di giovani vite e in soggetti apparentemente sani può essere prevenuta attraverso un’opera di screening. E questo è uno dei primi screening attuati non solo nel nostro Paese, in maniera non invasiva, attraverso la collaborazione tra Fondazione Montasterio, la Scuola Sant’Anna, l’università di Pisa, il professor De Paolo, il provveditorato agli studi, la dirigenza scolastica, professor Betti dell’istituto Da Vinci Fascetti", spiega il professor Emdin.
"Qui -continua Emdin- attraverso la somministrazione di questionari sulla familiarità, per la morte improvvisa e l’esecuzione di un elettrocardiogramma, un esame semplice, poco costoso ma molto importante, noi riusciamo a scorgere quelle che sono le stigmate di una condizione come la cardiomiopatia, un’alterazione del muscolo cardiaco, o la canalopatia, una condizione che predispose alla fibrillazione ventricolare, che ci può essere in un giovane senza sintomi, apparentemente sano, per prevenire quegli episodi che noi conosciamo attraverso le immagini di Astori, Morosini, Ericsen, morti avvenute in corpi che nascondevano un difetto congenito del cuore".
"Nel caso di un riscontro anomalo, del questionario o dell’elettrocardiogramma, i ragazzi vengono indirizzati verso un secondo screening che viene fatto in ambito ospedaliero. Questo ci consentirà di identificare dei casi a rischio e di gettare luce su questo problema che può essere davvero pericoloso nei soggetti giovani", osserva Alberto Giannini, ricercatore della Scuola Sant’Anna e cardiologo presso la Fondazione Monasterio.
"Questo progetto vale su due livelli. A livello del singolo studente, del singolo ragazzo, che può avere uno screening, ma anche a livello sistematico perché la ricerca grazie a queste basi può andare avanti e diventare prevenzione ", commenta il dirigente scolastico dell’Istituto Da Vinci-Fascetti, Federico Betti.