Roma, 17 ott. (askanews) – Riuscirà una improbabile banda a rubare il tesoro che Mussolini custodisce in una zona super presidiata di Milano? "Rapiniamo il duce", adrenalinico film di Renato De Maria dal 26 ottobre su Netflix, porta una banda di "soliti ignoti" nella Milano del 1945, quando la città è in macerie e la Seconda Guerra Mondiale sta quasi per finire. E tra finzione e realtà rilegge la storia, in un film in cui si alternano commedia, dramma, azione, animazione.
Il regista spiega: "I personaggi sono tutti ispirati a personaggi veri, realmente esistiti che vivevano la loro vita in quello scenario lì, in quell’epoca lì a Milano. Quindi personaggi veri, il tesoro di Mussolini è veramente esistito, il tesoro di Mussolini è veramente sparito. Nessuno sa che fine abbia fatto".
Pietro Castellitto è Isola, re del mercato nero della città, innamorato di Yvonne, interpretata da Matidla De Angelis, per la quale ha perso la testa il cattivissimo gerarca fascista interpretato da Filippo Timi. Come in "Bastardi senza gloria" o "Freaks out" ancora una volta il cinema serve a "vendicare" i più deboli contro gli oppressori. "Tutta un’intera generazione che è uscita dalla guerra ha avuto una forza di sincerità artistica che non è mai più accaduta in Italia. E credo che però oggi questo tipo di film su quel periodo lì sia l’approccio più sincero, per chi quella guerra lì non l’ha fatta".
Il film esce nel momento in cui in Italia la cronaca politica ci riporta continui richiami al fascismo mentre la guerra è il grande dramma al centro della scena internazionale. E a questo proposito De Maria e Castellitto dicono: "Noi comunque il film l’abbiamo pensato nel 2019, quando non c’era né la guerra né questo tipo di situazione politica. Mi sono dato una risposta un po’ banale, che l’arte lavora sull’inconscio e delle volte succede che ha delle intuizioni prima che le cose succedano". "Il punto è che forse la vera eccezione è la pace, e la pace richiede impegno ed è quasi un capolavoro raggiungerla".