Milano, 23 nov. (askanews) – Nuove possibilità di cura per il tumore dell’endometrio, che permettono di migliorare la risposta e la terapia. Di questo si è parlato a Torino nel corso di un evento organizzato Da Motore Sanità con il contributo incondizionato di GSK e dedicato all’immunoncologia al femminile.
"Dopo una serie di studi preliminari – ci ha detto Mario Airoldi, direttore SC Oncologia Medica alla Città della Salute e della Scienza di Torino e Coordinatore dell’Area ospedaliera Rete Oncologia Piemonte – si è arrivati a comprendere che c’è un’alternativa alla chemioterapia ed è una combinazione di chemioterapia e terapia target che può determinare delle regressioni significative della malattia, anche in seconda linea e quindi anche dopo una chemioterapia, con un profilo di tolleranza buono e una prospettiva futura di integrazione sempre più importante di queste due terapie".
Per questa patologia si contano in Italia circa 8.300 nuove diagnosi annue e circa 2mila decessi. Da qui al 2050 i cancri dell’endometrio raddoppieranno, fatto legato al cambiamento della distribuzione anagrafica della popolazione. Ma a livello di cura sembra di essere di fronte a una svolta.
"Partendo dalla caratterizzazione biologica della malattia, quindi dalle caratteristiche dei suoi geni – ha aggiunto il professor Airoldi – possiamo andare a intercettare dei fattori di crescita o fattori biologici che determinano la crescita del tumore e sviluppare delle terapie mirate nei confronti di questa malattia. Quando questi farmaci agiscono c’è poi la possibilità che si inneschi una risposta immunitaria che oggi sappiamo modulare e potenziare con queste nuove terapie".
Dagli studi effettuati risulta che l’immunoterapia riesce a portare un aumento della sopravvivenza libera da malattia e un aumento della sopravvivenza in generale. "L’immunoterapia – ha aggiunto Carmen Pisano, dirigente medico di Oncologia sperimentale uro-ginecologica specializzata nei trattamenti innovativi – è sicuramente un nuovo trattamento rispetto ai vecchi farmaci chemioterapici perché sfrutta la possibilità di alcune terapie di stimolare il sistema immunitario contro il tumore. Nel tumore dell’endometrio questo approccio terapeutico ha cambiato la prognosi delle pazienti".
Accanto alla chemioterapia, quindi, ci sono nuove opportunità. "La possibilità di fare un trattamento di seconda linea che risulta essere addirittura più efficace del trattamento di prima linea – ha concluso la professoressa Pisano – è la svolta in questo tipo di tumore, malattia a prognosi infausta, ma che con questo tipo di terapia osserviamo un cambiamento della prognosi".
Al centro dell’attenzione ora le strutture e le regole per la gestione dell’immunoterapia, e molti passi sono ancora da fare. La nuova strada però è stata aperta e con essa molte speranze per le pazienti.
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