Il confronto tra il contratto collettivo nazionale dei rider e quello che effettivamente guadagna chi fa consegne a domicilio
Quanto guadagna davvero un rider?
Nel settembre 2020 è stato siglato tra AssoDelivery (l’associazione che rappresenta l’industria italiana del food delivery a cui aderiscono Deliveroo, FoodToGo, Glovo e Uber Eats) e il sindacato UGL Rider (Unione generale del lavoro) il CCNL Rider, il primo contratto collettivo nazionale per i rider, che li inquadra nell’ambito del lavoro autonomo.
Le caratteristiche principali del contratto:
– in quanto lavoratori autonomi, i rider hanno la facoltà di scegliere dove, come, quando e quanto collaborare; – possono collaborare contemporaneamente con più piattaforme; – hanno la facoltà di accettare o rifiutare le proposte di consegna. Secondo lo studente, rider e sindacalista Yiftalem Parigi, contattato dal «Corriere», queste voci «si basano su un algoritmo (ogni piattaforma di delivery ne ha uno diverso) che premia o penalizza il lavoratore in base a parametri come la velocità, il mezzo ecc. Chi è classificato meglio riceve più consegne e più turni, chi è classificato peggio ne riceve meno».
Il compenso prevede:
– una paga minima di 10 euro lordi per ora lavorata. Sempre secondo l’esperienza del sindacalista Parigi, per ora lavorata s’intende «la stima della consegna, prevista in un’ora, dall’algoritmo. E dai 10 euro lordi l’ora occorre calcolare i contributi: si arriva così a circa 6/7 euro netti. Se un rider si mettesse a disposizione online 10 ore, guadagnerebbe intorno ai 40 euro lordi al giorno per 4 euro l’ora, con una stima di una consegna all’ora. Si può arrivare a guadagnare 1300/1400 euro lordi al mese, ma lavorando 10 ore al giorno tutti i giorni». – il compenso prevede inoltre una indennità integrativa (dal 10%, al 15%, al 20% del minimo) per: lavoro notturno, festività e maltempo; – un incentivo orario di 7 euro l’ora nelle città di nuova apertura (per i primi 4 mesi); – un sistema premiale sul numero di consegne (600 euro ogni 2000 consegne per anno solare fino a un valore massimo di 1.500 euro per anno solare e per singola piattaforma).
Quali sono le loro tutele?
– essendo lavoratori autonomi, per i rider non sono previsti: trattamento per le malattie, ferie, tredicesima, quattordicesima, maternità o paternità; – è prevista una copertura assicurativa infortunistica (INAIL) e assicurazioni per danni contro terzi (primarie assicurazioni private); – sono previste dotazioni di sicurezza gratuite (indumenti ad alta visibilità e un casco per chi svolge consegne con la propria bicicletta) e corsi di formazione su sicurezza stradale e trasporto alimenti. ( Jessica Chia / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/economia/vero-stipendio-un-rider-video/e8473338-9c01-11ed-b717-184306d51af5
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