Il sismologo prosegue spiegando che i prossimi terremoti saranno, per intensità, molto simili a quello che colpì l’Irpinia nel 1980 e Messina e Reggio Calabria nel 1908. A fronte di queste conoscenze, “bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell’edificato”, avverte Piersanti. “Il fatto che dal terremoto dell’Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti se da una parte è stata una fortuna, dall’altra ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l’economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti.
L’obiettivo, spiega Piersanti, è cercare di arrivare ad avvicinarsi agli standard antisismici del Giappone: “Un obiettivo difficile da raggiungere, ma è importante puntare verso quella meta. Anche se è chiaro che il patrimonio edilizio del Giappone era ed è diverso e magari per loro, è più semplice”.
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