Il portellone di un Boeing 737 esplode in volo: com’è stato possibile?

di solobuonumore

Il portellone di un Boeing 737 esplode in volo: com’è stato possibile?

Questo video l’avrete visto praticamente tutti, il 6 gennaio alle 2 del mattino ora italiana, è esploso un portellone di un aereo dell’Alaska Airlines, 20 minuti dopo il decollo da Portland, in Oregon, negli Stati Uniti. 
Queste sono le maschere d’ossigeno, che hanno consentito ai passeggeri di continuare a respirare

Ma cosa succede dal punto di vista fisico in casi simili? Come funzionano le maschere d’ossigeno? 

L’aria è composta, da un punto di vista microscopico, da tante molecole diverse.
Queste sentono l’influenza della forza di gravità della Terra che le attira verso il basso.
Più scendiamo di quota, cioè più ci avviciniamo alla superfice terrestre dove viviamo, più molecole ci sono e viceversa, salendo di quota ci sono meno molecole. 
Una di queste è ovviamente l’ossigeno, che per noi è fondamentale.

Queste molecole causano la pressione atmosferica. Più molecole ci sono uguale pressione più alta e viceversa. 
Quindi, ad alta quota abbiamo una pressione bassa e anche meno ossigeno. 

Quando un aereo è in volo, per esempio a 10 mila metri da Terra, si trova in un ambiente con bassa pressione e pochissimo ossigeno, non adatto all’essere umano. 
L’interno dell’aereo è quindi pressurizzato, cioè mantenuto ad una pressione più alta rispetto all’esterno, per permetterci di respirare.

Questi due ambienti, l’interno e l’esterno, non comunicano, grazie proprio all’aereo stesso, quindi agli oblò al portellone eccetera.

In questo caso però il portellone è esploso e l’interno dell’aereo è entrato a contatto con l’esterno. 
L’aria è passata dall’ambiente ad alta pressione (l’aereo) a quello a bassa pressione (l’esterno). 
Questo può generare un vento anche molto forte; fortunatamente l’incidente è avvenuto in fase di decollo e tutti i passeggeri avevano le cinture allacciate.

Una volta che i due ambienti sono entrati a contatto, l’aria nell’aereo è diventata uguale a quella esterna, a bassa pressione e con poco ossigeno. 
Per questo motivo sono state utilizzate le mascherine per poter respirare. 

Non ci sono state vittime.
Nessuno era seduto vicino al portellone esploso inoltre l’incidente è avvenuto 20 minuti dopo il decollo e l’aereo si trovava a 4800 metri d’altezza, che è poco.
Di solito gli aerei di linea volano tra gli 8 e i 12 mila metri d’altezza.  

L’aereo in questione era un Boeing 737 Max 9. Questo modello era già stato fermato in tutto il mondo tra il marzo del 2019 e la fine del 2020 in seguito a due disastri aerei in cui erano morte 346 persone.
Sempre in un Boeing 737 max9 a dicembre era stato scoperto un bullone con un dado mancante. 
Non si sa ancora cosa abbia causato l’incidente del 6 gennaio ma la compagnia aerea, l’Alaska Airlines, ha sospeso temporaneamente l’utilizzo di tutti gli aerei di questa tipologia
Circa un quinto della sua flotta.

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