Ad ogni ora accendo il computer per seguire il bilancio della catastrofe e la moltiplicazione dei pericoli nelle aree limitrofe: a 20 km dall’epicentro del mostruoso sisma c’è Istanbul, perla di fascino e bellezza
Non so se riusciate a immaginare, amici che mi seguite, il mio dolore quotidiano che cresce ogni ora, appena accendo il computer per vedere le ultime notizie. Seguo da una vita il Vicino Oriente e conosco ogni chilometro quadrato di quella Terra meravigliosa che ho frequentato e frequento assiduamente, con passione, amore e curiosità giornalistica. Lo spaventoso terremoto che continua a far tremare quella Terra e’ quanto di più sconvolgente e mostruoso potessi immaginare. E tremo come un bambino alla sola idea che presto possa esservi un’altra scossa fatale che distruggerebbe almeno una parte della mia Istanbul, dove ho vissuto gran parte della mia vita umana e professionale. Non voglio pensare alla mia amata Siria, sconvolta come la Turchia da questa guerra voluta dalla natura, forse per ricordarci quanto siamo fragili e indifesi. La memoria e le emozioni mi ricordano che ogni lembo di quella Terra e’ la sostanza del mio vissuto. Adana e poi Antiochia, dove la mia coraggiosa collega del Corriere Marta Serafini si trova con le sue struggenti testimonianze, sono parte integrante della mia vita. Come i racconti dell’altro superinviato del Corriere Francesco Battistini, che dipinge l’area del mio cuore con la maestria che gli riconosco da sempre. Sento che ogni città, ogni Paese, ogni villaggio mediorientale, anche sperduto, quasi mi appartiene. Vedo nei miei pensieri Diarbakir, Aleppo, Antiochia, Istanbul, Ankara, Damasco. Scorrono nella mente gli incontri e le emozioni vissute dappertutto, senza distinzioni. Nella mia vita non ho mai scelto tra amici e nemici, non ne sono proprio capace. Penso ai tanti incontri con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con il quale spesso ho anche litigato in pubblico. Ma ora gli sono vicino, nonostante abbia deciso di bloccare Twitter, pozzo social di ogni possibile maldicenza. Persino il suo violento risentimento per gli oppositori e’ stato quasi sepolto dal mostruoso bilancio del terremoto, che cresce ogni momento. Migliaia di vite annientate per sempre. Bimbi che piangono. Famiglie devastate. E’ quanto accade anche nella Siria di Bashar El Assad, che molti considerano soltanto un despota, ma che in realtà mai avrebbe voluto diventare presidente del suo delicato Paese. Avrebbe preferito infatti vivere tranquillamente da oftalmico a Londra, prima che gli obblighi istituzionali lo costringessero ad accettare l’incarico, dopo la morte del fratello Basel, campione olimpico e scelto come successore dal padre Hafez. Con il mio ex Direttore Ferruccio de Bortoli incontrai sia Erdogan sia Assad, ai quali non riservai certo domande affettuose e prevedibili. Eppure entrambi furono corretti e gentili, nonostante il mio carattere non certo accondiscendente. Passo le giornate a… ( LaPresse/AP – CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/mostruoso-terremoto-mio-oriente/58faa2c0-aadc-11ed-a0ed-8f1430cfd08a