Il macero volontario dei capolavori della letteratura russa da parte degli ucraini “per disgusto”

di solobuonumore

Il macero volontario dei capolavori della letteratura russa da parte degli ucraini “per disgusto”

Il ricavato dei capolavori russi serve per acquistare aiuti militari

KIEV – "I fratelli Karamazov" o "Il giardino dei ciliegi" mandati al macero per diventare cartone. I libri di Tolstoy, Dostoevsky, Turgenev e tutti gli altri distrutti a tonnellate. In Ucraina si buttano i capolavori della letteratura russa per combattere l’invasione di Putin. Pare inaccettabile, anche se succede nell’Ucraina traumatizzata dalla guerra. Chi, da giovane, si è innamorato di Anna Karenina o del conte Vronsky, chi crede nella libertà di pensiero (e di stampa e di arte) ha un grosso rospo morale e intellettuale da mandar giù. La faccenda, poi, evoca il falò dei libri di hitleriana memoria e l’imbarazzo cresce. Ma si sa, dietro ad ogni azione, anche la più sconsiderata, ci sono sempre delle ragioni. E, per fortuna, non tutto è come appare. Cercano di spiegare tanta bellezza al macero Iryna Dziula e Nadya Kibenko, rispettivamente responsabile della libreria "Lo Splendore dei Libri" di Kiev e del dipartimenti librerie comunali del municipio di Kiev. «Questa era la sede dell’Unione del Lavoratori ucraini della Letteratura dell’Urss, ora è più modestamente una delle librerie del Comune di Kiev. Già prima della guerra vendevamo solo volumi ucraini e quando a maggio abbiamo riaperto dopo la fine dell’attacco russo sulla capitale, abbiamo anche avviato un "club ucraino" per insegnare ai russofoni a parlare la lingua del Paese che li ha difesi. Tanti, tantissimi volevano lasciarsi alle spalle il russo, smettere di parlare la lingua di chi ha ucciso i loro figli, nipoti, mariti e sono venuti a lezione. Ma non è bastato – racconta Iryna -. Soprattutto le persone sopra i 50 anni che a scuola avevano studiato solo in russo ci dicevano di non voler più aver a che fare non solo con la lingua, ma anche con la letteratura russa. Siccome però erano stati educati al rispetto sacrale dei libri non sapevano come fare». Da qui l’idea di non buttarli, ma riciclarli. «Portateli da noi, aiuteremo il Paese a difendersi». «L’iniziativa è – spiega Nadya – è dilagata. Da luglio a novembre 3mila persone ci hanno portato 115mila volumi per 72 tonnellate di carta. Con il ricavato abbiamo acquistato un’auto militare e l’abbiamo già consegnata al fronte di Kherson». La cantina della libreria sta già ricominciando a riempirsi. A sbirciare tra i volumi, però, nasce un poco di conforto. I super classici, gli autori dell’800 russo, in gran parte con storie anche di opposizione al regime zarista, non sono tantissimi. Si tratta soprattutto di "biblioteche sovietiche" come le definisce Iryna: biografie degli eroi del comunismo, manuali del perfetto pioniere, rassegne di poeti al servizio dei lavoratori e così via. In libreria entra una signora col figlio a portare il suo fagotto per il macero. Era stata insegnante di letteratura russa a… ( Andrea Nicastro / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/macero-volontario-capolavori-letteratura-russa-parte-ucraini-per-disgusto/23365222-add1-11ed-be01-4ad1caac0110

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