La famiglia Kashyna ha lasciato la città sul Mar Nero dopo aver visto sparare. Tra notti in bus e passaggi di fortuna, hanno attraversato Moldavia e Ungheria per fuggire dalla guerra in Ucraina, poi un’amica le ha salvate
Il salotto di casa Kashyna è illuminato dalla tv. A Odessa è la notte tra il 23 e il 24 febbraio, si prova a dormire. Le prime bombe stanno cadendo sull’Ucraina. Il notiziario continua ad aggiornare. Mamma Tatyana corre dalla sua Daria, sono le tre. «Svegliati, è iniziata». Entrambe sanno che potrebbe essere la loro ultima notte in città. «Lasciami dormire, per favore. Voglio che per qualche ora resti tutto normale». Le sirene antiaeree suonano all’alba. Le donne iniziano a raccogliere l’essenziale per chiudere una valigia. Dalla finestra, sul Mar Nero in lontananza, il cielo diventa rosso fuoco dopo gli spari: «Non volevo portare mia madre, anziana e diabetica, nei vecchi rifugi della Seconda Guerra Mondiale. Sono fatiscenti e il telefono non prende, se fosse crollato tutto nessuno avrebbe saputo nulla di noi». Allora, cercano un modo per scappare.
Dopo tre giorni, trovano un bus direzione Moldavia: a bordo ci sono donne e bambini. Gli uomini non li lasciano passare. Oltre 100 persone per molti meno posti. È lunedì 28 febbraio, alla frontiera una lunga coda di auto: scendono tutti. Daria e Tatyana trascinano la loro valigia, nell’altra mano tengono la gabbietta con Kiki, gatto di famiglia. Oltre 7 chilometri di cammino: «Sorreggevo mia madre – racconta -, provavo a darle tutta la mia forza», poi un rifugio per la notte grazie all’aiuto dei volontari. «Una decina di materassi poggiati sul pavimento in una stanza piccola e buia». Chi può, riposa. Il giorno successivo Daria prende il cellulare e inizia a chiamare. Trova un passaggio in auto per arrivare in Ungheria. Un’amica di Milano le trova un bus per l’Italia. All’alba di venerdì 5 marzo la famiglia Kashyna può dire di avercela fatta. Le persone hanno paura e scappano, alla ricerca di un futuro migliore.
Le ha salvate Gabriella, anziana donna milanese. Daria, reporter, l’ha conosciuta lavorando a un progetto sugli italiani che hanno combattuto in Ucraina la Seconda Guerra Mondiale. Hanno continuato a sentirsi e sono diventate amiche. Appena saputo dell’invasione, le ha offerto il suo aiuto: «La guerra è iniziata otto anni fa. Vivevo in Crimea, vedevo i tank russi ogni giorno sotto la mia finestra. Gli altri Paesi avrebbero potuto intervenire prima, ora è già tardi». Nonostante tutto, Daria sorride: lei e sua madre sono salve. Hanno lasciato indietro il resto. A Odessa, come in tutta l’Ucraina, la notte è ancora lunga.Qui tutti gli aggiornamenti sulla guerra in Ucraina ( di Oscar Maresca e Valeriano Musiu / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/viaggio-daria-profuga-milano-scappata-dall-assedio-odessa/575d180e-a069-11ec-83b4-cf7e2400b5e9
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