Venezia, 27 apr. (askanews) – Un padiglione che riflette sui miti originari alla base delle tecnologie moderne e lo fa attraverso le arti e le discipline. L’Uzbekistan debutta alla Biennale d’arte di Venezia con un progetto ambizioso, "Il giardino della sapienza". E ad accoglierci, tra natura e superfici specchiate all’Arsenale, c’era la commissaria Gayane Umerova. "Per noi – ha spiegato ad askanews – è molto importante arrivare a questa Biennale con un padiglione che mette insieme le persone, nel quale le persone possono imparare, ma anche dare, restituire".
La curatela del progetto è stata affidata allo studio Space Caviar, che tra i suoi componenti ha il sempre brillante Joseph Grima. "Il tema di questo giardino – ci ha spiegato – è proprio l’esplorazione dei confini, tra le discipline, ma anche confini nel tempo e nello spazio. Questo padiglione è un omaggio al lavoro di al-Khwarizmi, che era un matematico e scienziato molto importante del IX Secolo, nato a Khiva, che oggi è Uzbekistan".
Dalla latinizzazione del nome del matematico è nata la parola "algoritmo", uno dei termini chiave del nostro presente, che spesso brilla di una luce sinistra e inquietante, quando ci si sofferma a riflettere. Ma il tentativo del padiglione uzbeko è di provare ad andare oltre questa lettura.
"Noi con questo progetto – ha aggiunto Grima – vorremmo ricordare che in realtà si può essere anche molto più ambiziosi si può pensare, non solo distopicamente, ma anche con grande immaginazione alla nostra relazione con la tecnologia. E si può anche ricordare che in realtà, per quanto noi pensiamo che il nostro momento storico sia unico, come se fosse proprio una caratteristica di questa epoca la volontà di creare strumenti così potenti. In realtà questa idea ha origini molto lontane, risale a centinaia o migliaia di anni fa in luoghi anche molto distanti".
Per questo l’idea del padiglione è che si stia ragionando su qualcosa che è connaturato alla stessa natura umana, fin dall’inizio dei tempi. E per questo il padiglione è stato concepito per ospitare incontri e scambi in un public program che è parte integrante della partecipazione nazionale.